Mentre l’Ordine cerca faticosamente di rinovvarsi e Beppe Grillo chiede la sua abolizione, qualche giornalista ha il coraggio di raccontare le cose come stanno: sftruttatori in guanti bianchi, sfruttati sui cui ci si costruiscono carriere, aziende e redazioni che parlano degli sfruttamenti e degli abusivismi degli altri
In Italia il numero dei giornalisti precari ha superato quello degli assunti. Sono 12 mila i professionisti contrattualizzati e più di 20 mila quelli che lavorano senza contratto a tempo indeterminato o determinato. Nel complesso, sono 30 mila le persone che in Italia fanno informazione e di queste solo un terzo hanno un contratto nazionale da professionisti. Il resto è fatto di collaboratori, precari e coloro i quali anche senza avere il requisito professionale adatto a svolgere questo mestiere, nei fatti lo svolgono.
…Diciamola tutta: va bene prendere il rinnovo del contratto nazionale, ma essere precari non significa essere idioti. E allora perché far passare lo sciopero per l’aumento del proprio stipendio come una battaglia per i precari? Perché far passare la terrorizzante applicazione selvaggia della legge Biaggi come la lotta per il debole contratto a termine? Ma per favore.
Se il fine è davvero aiutare i precari non serve lo sciopero: basta far lavorare un po’ di più gli assunti. Basta non rifilare ai precari i servizi più scadenti che i più tutelati rifiutano di fare. E potremmo andare avanti con molti altri esempi. Dopodiché, sempre benvenuto il rinnovo del contratto.