Franco Abruzzo scrive alla Rai: la situazione al concorsone Rai di Bastia Umbra è fra il ridicolo il patetico, il surreale e l’assurdo.
Lettera aperta a Luigi Gubitosi Direttore Generale della Rai: “Chieda anche lei l’intervento della Protezione Civile per i suoi futuri dipendenti”. – 18.6.2015.Le voglio narrare una incresciosa storia che riguarda l’azienda che lei dirige e che rasenta dell’incredibile per non dire del ridicolo o forse meglio dire del terribile. Qualcuno alla centesima telefonata di prenotazione per una camera d’albergo in una ridente e antica cittadina umbra, solo nel giro di poche ore, ha iniziato a pensare a qualche evento terribile e ha chiamato la Protezione civile, per informarsi.
Qualcun’altro, invece, si è già rivolto alla Procura della Repubblica per il solito maledetto giallo all’italiana. Come è possibile che le telefonate di prenotazione e saturazione degli alberghi, in quel di Bastia Umbra, ridente cittadina già pronta alla quieta estiva, siano iniziate molto prima della fine luglio, quando la posta elettronica ufficiale di indizione del concorso Rai per il primo luglio del 2015, porta la data del 9 giugno? Una data a bruciapelo. Peggio di una pistolettata. Un concorso già partito “maledetto” qualche anno fa quando fu contestato a grandi mani perchè anticostituzionale ed escludente e quindi annullato e poi riproposto, circa 14 mesi fa, in grande pompa. Poi silenzio tombale per mesi e mesi, tanto che qualcuno aveva pensato, visti i tagli, la crisi, la decimazione di posti di lavoro, fosse stato addirittura soppresso. Doveva essere il nuovo che arrivava in casa Rai, scevra della cagnara e della famelicità politica. Invece no. L’Ordine nazionale dei Giornalisti è già intervenuto “alla baionetta” rivolgendosi al Governo e alla Commissione di Vigilanza. Vedremo come andrà a finire. La sostanza è che cinquemila (5.000) iscritti al concorso fantasma Rai per 14 mesi, riproposto a bruciapelo – repetita juvant – il 9 giugno per il 1° luglio piomberanno tutti assieme, chi ce la farà, per quella data nella ridente cittadina umbra paralizzando ogni cosa. Gli alberghi e gli agriturismi sono tutti esauriti per un raggio di oltre 60 chilometri. Qualcuno ha paura e prevede una tendopoli e un accampamento di nuovi profughi in cerca di uno straccio di lavoro, già bollati come tali dalla disorganizzazione Rai. I nuovi profughi del fantomatico concorso di Viale Mazzini, si diceva un tempo, per il quale non ci sarà neppure il tempo di prepararsi, destinati ad un’infausta sorte. O meglio. Alcuni “profughi” si saranno già preparati e altri avranno già il compito in tasca. Le varie cordate si saranno già formate. Non potrebbe essere altrimenti. Un concorso anticostitusionale e ancora escludente per le modalità di convocazione. Già, Egregio Dott. Gubitosi, un tempo così breve di convocazione di un concorso nazionale – che doveva essere fatto a Milano, Bologna o Roma, realtà centrali e facilmente raggiungibili – atteso da anni, del quale non si conosceva nemmeno il programma, è una presa per i fondelli, per non dire una pagliacciata alla romana – con tutto il rispetto per i veri romani – o un modo poco elegante per decimare “a priori”. Che bell’atto democratico e di rispetto delle regole costituzionali e delle leggi è stato, quello compiuto da Mamma Rai.
La signora Maria, donna di Popolo me lo ha sussurrato al telefono. E’ una truffa, vi bocceranno tutti. Lei alla cinquantesima telefonata la sera del 9 giugno ha iniziato ad avere paura. Le notizie in televisione sulle ondate incontrollate di profughi e clandestini incalzavano. Sa com’è, oggi, le notizie sono bibliche, cataclismiche, soprattutto quelle date dai suoi telegiornali. L’altro caso terribile poteva essere l’accadimento di un grave evento calamitoso come un’alluvione o peggio un terremoto in qualche regione limitrofa. E allora ha chiamato il marito, ha iniziato a pensare ai nipoti, ha chiamato i figli. Si è preoccupata tanto, perchè quando fu della tragedia delle Marche e dell’Umbria di tanti anni fa, iniziò così. Si è allarmato anche il marito che non era a Bastia Umbia e ha chiamato un cugino che è in Protezione Civile, che si è allarmata pure lei, perchè migliaia di telefonate che arrivano tutte insieme, da ogni angolo d’Italia, tutte all’improvviso, non sono un evento normale. La voce si è sparsa. Il nuovo fenomeno è arrivato anche alle orecchie del sindaco, che anche lui ha avuto paura e ha iniziato ad informarsi. Come si dice, la menzogna vola di bocca in bocca, passa valli e pianure e deflagra come un colpo di cannone.
Poi qualcuno per perorare la sua causa, nonostante il tutto esaurito, pietendo aiuto, ha iniziato a parlare di un fantomatico concorso. “Un concorso di gente di teatro, un concorso strano, una strana cosa per la quale chiamano da tutta Italia” iniziavano a dirsi le sante vecchiette di Bastia Umbra nelle piazzette estive. E il colpo di teatro ha scosso la quieta cittadina umbra. E’ un grande concorso. E’ il concorso fantasma Rai atteso da anni, da mesi, e proposto con una tempistica di tre settimane. Una miseria di tempo. Uno straccio vergognoso di tempo. Chi ha fatto tutto questo egregio Direttore. Quale mente perversa e assassina, sadica e demenziale costringerà migliaia di cittadini italiani in cerca di uno straccio di posto di lavoro, a muoversi dalla Sicilia, dal Piemonte, dalla Puglia, dal Veneto, dal più remoto angolo della Penisola, alla volta della nascosta cittadina di Bastia Umbra, trasformata per un giorno in un gran caravanserraglio? Migliaia di chilometri macinati in treno, auto, aereo, per chi arriverà a Roma o in qualche aeroporto vicino, per poi non trovare alberghi disponibili. Quella mattina mancheranno taxi e auto private. S’ingolferanno le strade. Si calamiterà un’intera area per chilometri con ingorghi e affollamenti. Complimenti Dottor Gubitosi, lei e i suoi dirigenti siete uomini da “vecchio scarpone” da colpo di teatro, da colpo di scena. Complimenti per aver terremotato ancora una volta una zona dell’Umbria. Per aver creato cinquemila nuovi profughi da concorso Rai. Come se non bastassero quelli che la storia ci sta malevolmente imponendo. Chieda anche lei l’intervento della Protezione Civile per i suoi futuri dipendenti, per quelli che almeno sopravviveranno.
Ermanno Rossetti