Avevo il presentimento che prima o poi sarebbe successo anche a me. E così è stato. Con un messaggio laconico e preconfezionato, YouTube ha sospeso il mio account e i circa cinquanta video che in un anno di utilizzo avevo caricato per la gioia di grandi e piccini.
Ironia della sorte, la sospensione è giunta a causa di un video di cui detengo formalmente parte dei diritti. Telecom Italia Media ha richiesto a YouTube la cancellazione del video “Morire per lavoro”, la registrazione del mio monologo dedicato alle vittime della ThyssenKrupp recentemente interpretato dall’attore Stefano Pesce nella trasmissione “Niente di personale” su La7. Un video cui tengo particolarmente e che, pochi giorni fa, avevo deciso di pubblicare anche su YouTube per ricordare a noi tutti quanto sia importante non dimenticare per evitare che simili tragedie si ripetano ancora seminando inutilmente dolore.
La sospensione del mio account ha reso tutti i video, da quelli satirici ai rari filmati di Carosello, degli ectoplasmi che si aggirano per il portale senza poter essere visti. Sono stato anche interdetto all’accesso della mia pagina personale sul portale, quindi non posso nemmeno collegarmi e cancellare il filmato incriminato.
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