Manca poco. Anzi, pochissimo. Il 25 settembre debutta l’edizione italiana dell’Huffington Post. E il direttore Lucia Annunziata, in un’intervista sul numero di settembre di Prima Comunicazione, anticipata dal mensile in un comunicato, ne ha chiarito i principi fondanti.
« «L’ispirazione è liberal, ma sulla nostra piattaforma daremo spazio a tutte le voci, soprattutto attraverso i blog: ognuno potrà scrivere quello che gli pare, salvo gli insulti e le volgarità, perché è bandito il linguaggio violento, inutilmente aggressivo; useremo un software, che si chiama Julia, per eliminare le parole politicamente scorrette».
Il giornale online nasce da una partnership tra il gruppo Aol, a cui fa capo l’Huffington Post, e il Gruppo Editoriale l’Espresso.
«Iniziamo con circa 200 blogger», ha affermato Annunziata, «ma finché non arriviamo a 600 non mi sento tranquilla. L’edizione americana ne ha 30 mila, di cui almeno 10 mila veramente attivi. Questo è il cuore dell’Huffington Post, che è appunto una piattaforma tecnologica per far parlare le persone, farle discutere».Tra i blogger italiani ci sono molti nomi noti, come Giulio Tremonti, Maurizio Landini, Ilaria Cucchi, Daniela Santanché. E molte persone comuni.
.«I blog non sono un prodotto giornalistico, sono commenti, opinioni su fatti in genere noti; ed è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati», ha precisato il direttore del nuovo giornale online. I post dei blog occupano la colonna di sinistra dell’home page.
La colonna centrale contiene le hard news di politica, economia e le grandi questioni sociali: questa è la parte giornalistica. «La colonna di destra è fatta di social news, una sorta di fritto misto, ma nessuna galleria sessuale, né diretta né indiretta, perché io quella roba non la voglio», ha aggiunto Annunziata. Quella dell’HuffPost italiano sarà una struttura giornalistica tradizionale.