Questo giornale è nato – anche – la mattina in cui l’operaio Petrillo, di Irisbus, ci ha chiamato da Valle Ufita, dove la sua fabbrica sta per essere smantellata, dicendo: “Lo sapete, siamo in cassa integrazione, non abbiamo molti soldi… Ma troveremo il modo di fare degli abbonamenti per sostenervi”. Questo giornale è nato – anche – nella notte della Bastiglia, quella in cui la Francia ha scelto il cambiamento, seguendo una classe dirigente che ha deciso di andare dritta, sulla strada del suo programma e dei suoi valori, senza scorciatoie e zig zag. É nato – anche – con un omaggio al giornale del cambiamento in Francia, e quello dell’anticonformismo in Spagna e Portogallo. È nato portandosi nel cuore i ragazzi della legione straniera dei talenti, che abbiamo costretto a emigrare in giro per l’Europa. È nato – anche – nel tempo della crisi perché tornasse la speranza. È nato perché c’è bisogno di ricostruire e non solo di distruggere. È nato – anche – perché vuole combattere le sottoculture tetre, vittimistiche, millenaristiche. È nato perché oggi c’è bisogno di meno estremismo, per non perdere il contatto con la realtà, e di più radicalità per andare a fondo, quando si tratta di difendere i valori. Questo giornale è dalla parte degli ultimi – cioè di tutti coloro che la crisi e la speculazione stanno cercando di espellere dalla società civile – e dei primi, quelli del merito vero, dell’eccellenza del talento, che sono l’unica salvezza di questo paese.