Fenomeni a catena: le liberalizzazioni delle edicole, lo sciopero degli edicolanti e la crisi della carta stampata

Per combattere le corrette proposte di liberalizzazione di mercato del governo Monti che ha però ha piegato la testa, speriamo per ora, di fronte a farmacisti e tassisti, le organizzazioni sindacali degli edicolanti italiani hanno previsto una serrata per i giorni il 27, 28 e 29 dicembre con la chiusura totale dei punti vendita. Lo sciopero avrà degli effetti devastanti per i giornali cartacei italiani in particolare per i quotidiani che perderanno in un colpo almeno l’un per cento dei loro ricavi. Sic transit gloria mundi …

Il comunicato del sindacato degli edicolanti: “Il provvedimento legislativo in via di approvazione  liberalizzerà la rete di vendita dei giornali. Portiamo a questo punto all’attenzione diretta dell’opinione pubblica le nostre preoccupazioni, rimaste inascoltate, che riguardano il diritto di tutti i cittadini a una informazione libera e pluralista, La liberalizzazione evidenzia, di base, una limitata conoscenza delle dinamiche e dei problemi reali del comparto editoriale e mette in risalto la scarsa considerazione che è stata data all’informazione a mezzo stampa, trattata come un comune prodotto commerciale. Si rischia di concentrare la diffusione dell’informazione e dello sviluppo della rete in capo a soggetti privati con le conseguenze di dare un colpo mortale alla democrazia nel nostro paese”.

Mescolare la liberalizzazione delle edicole con la libertà di stampa è un ragionamento aberrante. Forse valeva la pena prima fare dei ragionamenti seri sulle reti distributive dei giornali italiani che fanno acqua da tutte le parti. Ma voleva dire professionalità e competenza. Parole ignote al settore …

33 commenti su “Fenomeni a catena: le liberalizzazioni delle edicole, lo sciopero degli edicolanti e la crisi della carta stampata”

  1. Professionalità e competenza, sarebbero parole ignote al settore? E lei egregio signore quali competenze ha per affermare questo?

    • Caro Sandro Adriani
      Dopo aver lavorato per anni nei giornali e dopo aver approfondito vari temi sulla loro gestione mi sono reso conto che la distribuzione dei giornali e' anche per "confessione" di molti addetti ai lavori una dei processi logistici realizzati nella maniera più primitiva e improvvisata. Basti ricordare che ad esempio solo da poco tempo la distribuzione è supportata da processi informatizzati e che ditributori, editori ed edicolanti riescono ad avere in tempi molto lunghi i dati relativi a distribuito, venduto e reso.
      Se fosse fatta allo stesso modo la distribuzione che so io delle matite, sarebbero fallite tutte le aziende di settore da tempo …

      • Caro Vittorio Pasteris, dopo aver lavorato trent'anni dentro un'edicola e prima di me mio padre, penso di avere la competenza di affermare che quello che lei dice pur avendo un fondo di verità non c'entra nulla con lo sciopero degli edicolanti. Qui non si tratta di rendere piu moderna la distribuzione dei giornali, perchè su questo potremmo aprire un discorso lunghissimo, ma si tratta, con i provvedimenti presi di distruggere gli edicolanti. La categoria è in gravissima sofferenza ma continua ad offrire il suo servizio con orari massacranti e disagi enormi. Con ricavi risibili in rapporto alle ore lavorate oggi, a stento una famiglia riesce ad andare avanti, tante edicole sono state chiuse.

    • infatti, ma chi è l'imbecille che ha scritto questo articolo? la farei lavorare tutti i giorni, 7 su 7, dalle 5 del mattino alle 20 di sera, come fa la mia famiglia, per mandare avanti un'edicola. poi sarei curiosa di vedere cosa scriverebbe. mia nonna diceva "lavati la bocca col sapone".

  2. Caro signore, da addetto ai lavori, le chiedo : a Lei farebbe piacere che da un giorno all'altro la licenza pagata mediamente 100.000 euro diventasse carta straccia? A me personalmente fa inc… da matti.
    P.S. Prima di scrivere su cose che si ignorano occorre informarsi e nel caso specifico chieda ad un qualunque edicolante, sara' molto esaustivo su tutti i doveri che la filiera editoriale gli richiede e sull'assenza pressoche' totale di diritti.

  3. da quanto scrive lei non conosce nemmeno un po' le edicole. si alzi alle 4, 30 come noi e poi parli. se ha lavorato nei giornali dovrebbe sapere che gli edicolanti sono dei servi di editori e distributori e che la pretesa liberalizzazione a tutto può portare tranne che a vantaggi per i cittadini, visto che il prezzo di quotidiani e periodici non può essere variato dagli edicolanti.
    dovrebbe sapere che l'apparentemente fuori luogo riferimento alla democrazia e alla libertà d'informazione, è inserito nel comunicato sindacale perché c'è nella legge sull'editoria che disciplina, malamente, il settore. demagogia forse, ma noi edicolanti ne siamo le vittime.

  4. Liberalizzare ancora il settore che tra l'altro è già ampiamente libero, si vendono e spesso si regalano giornali ormai ovunque, decreterebbe la nostra fine. Io non sono come lei un esperto di temi gestionali ma so cosa servirebbe per farmi lavorare meglio. Niente più montagne di pubblicazioni ridicole ed invendibili, rendere possibile al trasportatore che consegna i giornali di modificare i quantitativi da distribuire perche nessuno meglio di lui conosce il venduto delle edicole, questo si faceva, un tempo. Inviare più copie di quello che si vende e non farle mai mancare in edicola, eliminare inutili inserti che nessuno vuole e che fanno sprecare tonnellate di carta e ci rendono difficile il lavoro. Questi piccoli accorgimenti sarebbero di grande aiuto per tutti noi. Di tutto il resto, del rendere piu moderna la rete di vendita se ne parla da anni noi aspettiamo fiduciosi che si faccia veramente ma, non sulla nostra pelle. Grazie per l'attenzione
    Saluti, Sandro Adriani

  5. Il dibattito che si sta creando mi permette di esprimere meglio il mio pensiero.
    Nessuna volontà di prendermela con gli edicolanti, anzi. Da anni parlo con gli edicolanti e ne traggo i loro problemi e soprattuto una marea di infornazioni utili per il mio lavoro. Poi ho avuto la fortuna di conoscere Pierluca Santoro autore del Giornalaio http://giornalaio.wordpress.com/. L'anno scorso abbiamo anche parlato degli edicolanti al festival del giornalismo di Perugia vedi http://www.stampacadabra.it/2011/04/14/dal-festiv….
    Ho raccolto Informazioni e senzazioni che buona parte degli editori italiani, soprattutto certi grandi che si sono sentiti monopolistici per molto tempo non hanno considerato spremendo quello che era il loro canale distributivo ovvero le vostre edicole.
    Gli editori utilizzano gli edicolanti come dei loro schiavi "cinesi" nello stesso modo con cui per molti anni certe casa automobilistiche hanno trattato i loro concessionari: spremendoli.
    Ciò detto … penso che
    1) E' verissimo che oramai il mercato delle edicole è libero …
    2) Fare l'edicolante oggi è difficilissimo per ragioni di complessità e margini e …
    3) Il vostro avversario principale sono molti editori, non la liberalizzazione, che cercano di usarvi e spremervi. Infatti l'idea della serrata è ottima a prescindere dalle motivazioni forse discutibili. Gli editori hanno un totale bisogno di voi. Dovete farvi rispettare. Chiedere supporti, informatizzazione, maggiori ricavi … Se voi vi fermate, gli editori vanno in panico totale …
    4) I giornalisti cioe quelli che bene o male creano l'informazioni vi hanno trattati per anni come non esisteste, come se per miracolo il giornale passase dalle rotative al lettore. I giornalisti si sentono talmente "fighi" che queste cose "venali" non sono per loro. Io ho imparato molto di piu a capire l'editoria dal mio edicolante (che e' e' cambiato negli anni) che da molte altre esperienze. L'edicolante sa cosa pensa la "ggente" ci parla tutti i giorni … ci vive insieme …
    5) La ribellione civile agli editori è la vostra salvezza … fatela ! prendeteli per i testicoli. Fatevi valere
    6) Il discorso sulla libetà di espressione correlato alla liberalizzaiozne delle edicole non c'entra nulla …
    A totale dispoizione per discuterne …

    • Condivido i 6 punti da lei espresso.
      Ora tocca veramente alla nostra categoria farsi rispettare,ma purtroppo ho molti dubbi sui miei colleghi che fino ad ieri se la prendevano con le nostre rappresentanze sindacali perchè non intervenivano per rinnovare l'Accordo Nazionale (Editori,OO.SS,Distributori Nazionale,locali edicole)ora nelle varie discussioni in rete molti trovano molti perchè sullo sciopro indetto.
      Carbone Domenico

  6. Sono titolare di una cartolibreria in provincia di napoli al cui interno ho una ricevitoria e rivendita di gratta e vinci, sono felice di questa liberalizzazione ma mi chiedo: perche' i tabaccai possono vendere di tutto e le sigarette sono limitate solo alla loro competenza?
    Invece di lasciare ai signori tabaccai redditi annuali tanto alti non sarebbe piu' utile per il sistema paese che tali redditi si suddividessero tra tanti, in maniera da avere piu' "contribuzione" al paese in tutti i sensi?
    Sarei felice se potessimo far arrivare alle alte sfere anche questa voce visto che nel mondo le cose non funzionano come in italia ed a proposito di equita'.

    • cara signora sa quanto paga una persona che acquista una licenza tabacchi??
      minimo sono 100.000 euro (ma si arriva tranquillamente a 500.000 e anche 600.000),quindi mi sembra inutile chiedere perchè liberalizzare il settore fa arrabbiare tutti i tabaccai!!!!!!

      lei quanto ha pagato LA LICENZA (non l'avviamento) della cartoleria?

  7. Egregio dottor Pasteris, apprezzo il suo commento di risposta. Aggiungo solo una nota. Le rivendite di giornali devono, per legge, art.4 dlgs n.170/2001, garantire parità di trattamento a tutte le testate che vogliono entrare in edicola, anche a quelle che non ne hanno i requisiti, anche quelle che con la stampa non hanno niente a che vedere. La liberalizzazione permetterà, a chi ne farà richiesta, di poter vendere liberamente giornali nel proprio esercizio senza l'obbligo di rispettare la parità di trattamento. Se liberalizzazione vogliamo apportare, se libertà vogliamo allargare, allora che sia per tutti. Io voglio essere libero di vendere nella mia edicola i giornali che ritengo più opportuno vendere. Non voglio essere affogato da una marea di merce(circa l'80% del "prodotto editoriale") che rimane invenduta e deve tornare in resa con tutti i costi aggiuntivi che ne conseguono. Ormai esistono due piattaforme distributive, cartacea e web che rendono superato il concetto di parità di trattamento. D'altronde anche Malinconico, in qualità di sottosegretario, ha affermato in un'intervista al Fatto di ieri che i giornali che vendono poco devono trasferirsi su internet. Di fatto ha sancito la fine della parità di trattamento, ritenendo non necessaria la presenza in edicola. Si tratta di una liberalizzazione all'italiana, di cui nemmeno i suoi colleghi della carta stampata hanno ben capito la sostanza. Ci scambiano per una lobby( vedi Repubblica). Di morti di fame, aggiungo io. Di gente che guadagna, netti, 3 euro l'ora. . Un sentito ringraziamento. Massimo Ciarulli- Terni

  8. Dopo tante belle parole, due cifre. L'edicolante che vende il quotidiano ad 1 euro, ha come margine, cioè ricavo e con quello deve pagarsi tutte le spese e le tasse, 18,8 centesimi ! Inoltre i quantitativi dei quotidiani non sono liberi, ma imposti dai distributori.Un qualsiasi altro commerciante se vende la propria merce ad 1 euro, l'ha pagata dai 10 ai 30 centesimi al massimo, con margini ben superiori.
    A Torino, dove io faccio l'edicolante, con questi margini, molti chioschi ogni anno chiudono. Sopravvivono solo le edicole negozio che vendono di tutto un po'. L'idea di liberalizzare l'apertura di altre edicole, per poter dire ai giovani disoccupati adesso anche voi avete la possibilità di lavorare e guadagnare, è assolutamente controproducente ed illusoria. Ogni cittadino italiano è disposto ad acquistare un certo numero di riviste e quotidiani e non è aprendo nuovi negozi che gli si farà cambiare abitudini. Sempre quelli compera. Quindi dopo pochi mesi che i giovani si saranno lanciati sul mercato, chiuderanno tutti e anche i distributori si accorgeranno che il fatturato sarà aumentato pochissimo, ma i costi di distribuzione esplosi !

  9. Questa liberalizzazione non affida la rete di vendita al mercato, ma ai Distributori Locali con il rischio di abusi da parte di questi ultimi. I rivenditori rimarranno soggetti agli obblighi attuali(parità di trattamento a tutte le testate,pagamenti settimanali,orari,aperture domenicali,festivi,ferie).
    Questa liberalizzazione determinerà un peggioramento del servizio , porterà un danno alle nostre attività con un concreto rischio di chiusura. Dal Lunedì al Sabato tutti a vendere giornali, Gentilissimo sig. Vittorio saprebbe dirmi, la Domenica e i giorni festivi chi aprirà. Il macellaio,la cartoleria,il benzinaio,le GDO.
    Quindi si alla “Liberalizzazione”ma libere le 30/25 mila rivendite di gestire il proprio lavoro.
    Consigliere Nazionale SNAG Confcommercio
    Domenico Carbone

  10. IL NOSTRO "CARO" MONTI E LA SUA SQUADRA DI FICHI SECCHI PRIMA DI AGIRE SULLE LIBERALIZZAZIONI DOVREBBE INFORMARSI BENE SULLA SITUAZIONE DELLE EDICOLE ITALIANE, AGENDO ALLA CIECA CREEREBBE SOLO DANNI IRREVERSIBILI A FAMIGLIE DI LAVORATORI CHE HANNO SEMPRE DOVUTO PAGARE LE TASSE FINO ALL'ULTIMA GOCCIA! SECONDO MONTI IL PREMIO DA DARE ALLE CATEGORIE CHE NON FANNO UN BRICIOLO DI SOMMERSO DA SEMPRE è TOGLIERGLI IL LAVORO?… COMPLIMENTI SUPERMARIO!….. E TANTI,TANTI SINCERI AUGURI!………

  11. salve, io sono un edicolante di Trieste, che farà lo sciopero anche se ci rimetterò parecchi soldi.
    Sono d'accordo con le idee di Domenico e sarebbe bello far scioperare le edicole per tutte le domeniche di un mese, così vediamo quanti quotidiani vendono!!!!

  12. Caro Sig. Vittorio,
    la sua mi sembra una mentalità molto SNOB e nonostante abbia tentato di chiarire cosa voleva dire anziché di quello che invece ha esposto nel suo post,è Lei dovrebbe fare molte riflessioni prima di "aprire bocca".
    Lei è uno dei tanti che con "il sedere al calduccio" ha la presunzione di emettere giudizi e "altezzosi" pareri che puntualmente trovano una selva di repliche "colorite",ma che soddisfano la propria voglia voglia di provocare e di sentirsi al centro dell'attenzione. Oltre a controllare morbosamente il contatore delle visite del suo blog…
    Dica ciò che vuole,ma lo sciopero e le motivazioni che ne sono all'origine,compresa la riflessione sulla "libertà d'espressione" c'entrano eccome!
    A prescindere dalla sua spicciola filosofia!!!

    • Caro enrico: non mi sembra di avere il sedere al calduccio e la mia storia professionale ancora non del tutto nota per ragioni legale puo' essere di supporto.
      In ogni caso la lascio alle sue convizioni. Grazie
      VP

  13. Evviva la liberalizzazione delle edicole!!!! Cosi potrò acquistare i giornali e le riviste presso le Coop e i Centri Commerciali. Che bello, che bello. E chi se ne frega se per acquistare la licenza dell'edicola un povero disgraziato si è ridotto in povertà assoluta.

  14. Caro Marco .Ti Auguro per il nuovo anno di perdere il lavoro.(Se ce l'hai, mammone) E se per caso hai anche una compagna o moglie (molto improbabile) che lei guadagni molto piu' di te e che ti cornifichi. Cosi' ti sentirai una merda e non potrai nemmeno chiedere il divorzio perche' troppo costoso. Andrea

  15. Va beh…chi gode delle "disgrazie" altrui,è a sua volta un "disgraziato". Nel caso di "MARCO" l'essere cornuto credo rientri nel patrimonio genetico. Quindi… ha poco da gioire!!!

  16. salve, mi chiamo Gerardo; premetto che non sono un edicolante e nutro un profondo rispetto per tutti voi che fate un lavoro massacrante. Io sono titolare di una vecchia ricevitoria lotto ereditata da mio padre, il vecchio botteghino lotto che esisteva una volta, chi ha più di 60 anni sicuramente ricorderà. Diversi anni fa qualcuno del governo di sinistra decise di liberalizzare il lotto concedendo la concessione a tutti i tabaccai che ne facessero richiesta. In un piccolo paesino dove c'ero solo io in pochi mesi diventammo 32. A nulla valsero tutti gli scioperi indetti dal mio sindacato. Mi sono rimboccato le maniche e ho dovuto dare una riguardata alla mia attività che nel giro di pochi mesi perse più del'80% dell'incasso. Oggi è un centro giochi ancora esistente, non proprio fiorente come tanti anni fa, ma riesco a vivere dignitosamente lavorando 14 ore al giorno; vado via di casa quando i miei figli dormono e mi ritiro a casa quando i miei figli sono già a letto, non è certo una bella cosa da sentire ma ho dato continuità ad un'attività che parecchi davano per spacciata. Perciò dico a voi edicolanti: DATE UN VOLTO NUOVO ALLE VOSTRE EDICOLE perché io sarò il primo a chiedere la licenza per ottenere l'edicola e credo dopo di me tanti altri; e voi che farete? chiuderete? Non credo proprio. Tanti auguri e in bocca al lupo

  17. A proposito di categorie privilegiate, di caste e di lobby. Ma i tabaccai non vengono minimamente toccati da queste liberalizzazioni? Addirittura più potenti dei farmacisti? A loro privilegi, concessioni, giochi, lotterie, giornali. E il diritto di reciprocità? Perché tabacchi, lotterie e giochi non possono venir concesse agli edicolanti? Quale volto nuovo potrò mai dare alla mia rivendita, come dice Gerardo, se ostacoli di natura protezionistica mi impediscono di crescere?

    • premetto che sono un tabaccaio e ti faccio notare che a prescindere da altre motivazioni di carattere sanitario fiscale eccetera eccetera, noi abbiamo pagato un pacco di soldi allo stato per avere la licenza. Non solo. Ogni nove anni dobbiamo versare alle casse dello stato, oltre alle normali tasse, il 10 per cento di degli aggi percepiti. meditate gente meditate

      • Caro Tiziomontu,
        desiderei sapere a quali motivazioni sanitario fiscale (?) ti riferisci perchè non credo dovrebbero esistere preclusioni per la vendita dei prodotti di tabacco,dato che è un prodotto confezionato e sigillato (al pari del "pastigliaggio")e che siamo aziende con partita IVA come tutte le altre imprese regolari. Anzi le norme igieniche che tu citi avrebbero dovuto "difenderci",impedendo ai bar di vendere i quotidiani appoggiandoli sul bancone e maneggiandoli unitamente a cornetti e brioche.Comunque se vuoi illuminarci…
        Che voi tabaccai abbiate pagato un pacco di soldi la licenza (che sia allo stato o da una gestione precedente) è fuori di dubbio,ma se pensi che questo "particolare" possa fare da "spartiacque" tra edicole e tabaccherie ti sbagli. Non credo ci sia nessun edicolante che,la licenza,se l'è vista regalare (esclusi tabaccai,benzinai,super ecc. che hanno partecipato alla "sperimentazione" di anni fa).
        Se ogni nove anni c'è da pagare una percentuale sugli aggi dell'anno precedente,chiaramente verrà versata in base al fatturato,quindi pagare una cifra "corposa" corrisponderà ad un giro d'affari "corposo".
        Dalla vendita di sigarette non ci si arricchirà,ma potrà aiutare a sopravvivere commercialmente chi si è visto assottigliare il reddito anche a causa di tabaccai che hanno usufruito improvvisamente della possibilità di vendere giornali.Prodotto (nel suo complesso) ben meno remunerativo e più laborioso da gestire.
        Vorrei vedere come la pensaste se ad ogni semaforo ci fosse un venditore di sigarette con la sua cassettina o se tutte le mattine,all'angolo di fronte a voi,ci fosse una "hostess" a regalare (REGALARE non scambiare!!!) sigarette ai passanti.
        Meditate tabaccai,meditate…prima di replicare!

        • E no tu mi devi rtispondere per le rime non saltare un capoverso! E' ovvio che anche noi tabaccai abbiamo pagato il gestore precedente per cederci la licenza ma in più a ciò abbiamo pagato un altro pacco di soldi allo stato per avere l'esclusiva di vendita dei tabacchi. Allora se lo stato ci vuole sottrarre l'esclusiva di vendita a questo punto è giusto che ci risarcisca di quanto ce l'ha fatta pagare + interessi. Altra cosa è il discorso lotterie e giochi che, ad eccezione del lotto, però mi sembra siano stati concessi anche alle edicole.

    • che problema c'è ,comprala la licenza tabacchi,come hanno fatto quelli che ce l'hanno adesso !!!
      caccia i soldi come hanno fatto quelli che l'hanno acquistata (minimo sono 100.000 euro,ma vengono pagate anche molto di più)e poi puoi tranquillamente vendere le sigarette!!!!

      secondo me l'unico modo di liberalizzare i tabacchi ,potrebbe essere quello di decidere una data che deve essere minimo 10 anni dopo l'ultima vendita di licenza per fare si che l'acquirente si possa ripagare l'investimento e sopratutto la "tangente" che paghi per subentrare nella licenza (perchè forse non tutti sanno che il monopolio vuole da chi subentra,LA METà DELL'AGGIO CHE LA RIVENDITA HA AVUTO NELL'ULTIMO ANNO prima della cessione!!!!!!

      poi io farei anche un'altra considerazione,secondo voi che succederebbe se ci fosse una liberalizzazione?
      ve lo dico io,succederebbe che anche quel lavoro diventerebbe una merda come tanti altri lavori !!!!!
      tutti venderebbero le sigarette,e nessuno ci guadagnerebbe piu niente ,come è successo a tanti altri settori liberalizzati !!!

      quindi pensate a chi ha investito qualche centinaia di migliaia di euro per una licenza (facendo un mutuo anche di 25 anni )che si ritroverebbe a guadagnare una cavolata e magari non riuscirebbe neanche a pagare piu le rate !!!vi sembra giusto??

      quindi si ritorna a quello che ho detto sopra,date almeno 10 anni (ma sono pochi !!)a chi ha investito in una licenza per poter rientrare con i soldi spesi e allora poi si potrà parlare di liberalizzare !!!

      se ho fatto delle considerazioni sbagliate correggetemi !!!!!

  18. O si liberalizza tutto o niente. La via di mezzo semplicemente non esiste, non funzionerebbe. Chi ha pagato, ha guadagnato abbastanza o ha fatto una cattiva valutazione. Io gestisco un'attività che non ho pagato perchè quarant'anni fa nessuno voleva gestirla, nel corso degli anni è stata valutata fino a 500mila euro, adesso ne vale la metà, ma qualcuno , vi assicuro, l'ha comprata nel 2007 pagandola cifre esorbitanti ed ora ha in mano molto meno della metà , e sicuramente i guadagni di 4 anni non hanno compensato tale perdita. Purtroppo l'impresa è definita tale perchè difficile e non sempre proficua……

  19. tutti i business hanno un inizio e una fine, chi vi parl anel lontano 1982 acquisto 6 negozi a Firenze che strapagai in quanto le licenze allora si pagavano tutte! quando furono liberalizzate alla fine degli anni 2000 molti si incazz… ma poi come avete visto tutto è stato liberalizzato, questo però però non è stato completato a causa delle lobby, ma ora è arrivato il momento anche per loro, passeranno forse altri due anno poi l'anima del commercio sarà TUTTA libera come lo è in tutto il resto del mondo!
    Ritornando a noi le liberalizzazioni non creano danni a nessuno, ma anzi cè più commercio e chi non sa lavorare va a casa mi sembra giusto! Io tuttavia da 30 ho sempre i miei negozi e lavoro sempre e di più, nel frattempo mi hanno aperto vicino altre attività, cinesi etc.ma la qualità e il saper fare oggi premia, e mi sembra giusto che se uno ha talento debba emergere senza andare a pagare quel pezzo di carta chiamata licenza, io non tengo rancore per chi mi ha venduto quelle licenze che oggi sono carta straccia, ma continuare a seminare male mi sembra ingiusto!

  20. Mi sta venedo il mal di pancia,purtroppo noi non possiamo farci nulla è il governo che prendedecisioni.
    L’unica arma che abbiamo è farci sentire sciperando fino a quando non otteniamo cio che vogliamo è cioè….lavorare in santa pace.

  21. salve, da 3 anni ho rilevato un attività in una località balneare in calabria,che comprende tabacchi ed edicola….non vi nascondo che mi sono indebitato molto per prenderla…praticamente lavoro 3 mesi l'anno….purtroppo a 37 anni ho dovuto fare questa scelta per poter avere un reddito…praticamente con queste liberalizzazioni ho comprato acqua fresca…..altro che lobby….è dura…altro che la gente parla…per poter vedere la luce devo stare 25 anni nel tunnel (mutuo) ….62 anni!!!!!

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