Le scorie radioattive che fanno tremare l”Italia

Via Il Fatto Quotidiano

Nonostante i referendum dello scorso giugno abbiano ribadito l’indisposizione degli italiani ad avere a che fare con l’energia nucleare, sono ancora molti i rischi e i problemi legati alla radioattività: dai rifiuti radioattivi di Saluggia, nel vercellese, alle testate atomiche nelle basi americane di Ghedi e Aviano; dagli effetti del poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, all’uranio nelle montagne della Val di Susa. Solo alcuni sono legati alle vecchie centrali atomiche, ma la maggior parte di essi restano taciuti. Lo rivela un libro-inchiesta in uscita oggi, “Scorie radioattive. Chi sa trema, ma in silenzio” (Aliberti editore), in cui oltre alla denuncia si cerca di capire l’origine di queste problematiche. Che, secondo gli autori Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante, è riconducibile all’ossessione per una crescita illimitata dei consumi e dell’economia.


Un’idea condivisa da uno degli esperti intervistati nel libro, l’ingegnere nucleare Massimo Zucchetti, docente di Protezione dalle radiazioni al Politecnico di Torino e Research affiliate presso il prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology di Boston. Per Zucchetti, infatti, “anche Fukushima ci ha fatto capire che sarebbe meglio fare a meno di aver bisogno di tutta questa energia, rivedendo quindi il nostro modello di sviluppo”. “Ci sono molte persone che affermano che delle nuove energie sostituiranno il nucleare e ci consentiranno di farne a meno. Secondo me non è così che si dovrebbe ragionare”, afferma il professore: “Bisognerebbe ragionare su come muoversi verso un sistema in cui non abbiamo più bisogno di tutta questa energia”. Che, per essere prodotta in quantità sempre più ingenti, può portare a tragedie immani.