Un’analisi sconfortante e impietosa quella che fanno i giornalisti veneti sulla loro professione. «Commistione fra pubblicità e informazione, frequenti violazioni della privacy, pressioni per disattendere le regole dell’etica», rileva il presidente dell’Ordine del Veneto Gianluca Amadori, «sono fra i problemi più sentiti». Ieri nell’auditorium della Facoltà di Giurisprudenza sono stati illustrati i dati di un’indagine, realizzata da AstraRicerche per l’Ordine dei giornalisti del Veneto, che ha coinvolto 485 professionisti e pubblicisti sul tema dell’etica dell’informazione. «È la prima volta che abbiamo questa “verità” da dentro», sottolinea Maurizio Pedrazza Gorlero, docente di diritto dell’informazione
Da essa risulta che l’81 per cento dei giornalisti ritiene nulla o bassa la diffusione dei comportamenti etici, che eviti cioè di dare notizie false o errate, di ledere l’onorabilità delle persone, che verifichi l’attendibilità delle fonti, che eviti di indicare i nomi di soggetti deboli, in primo luogo i minorenni, o di dare un taglio discriminatorio o razzista all’informazione. Ma il dato che maggiormente fotografa il disagio, rileva Enrico Finzi di AstraRicerche, è che per il 60 per cento i valori etici e deontologici sono del tutto o in gran parte disattesi.