Venerdì scorso durante il prestigioso party di celebrazione dell’anno di vita della nuova Stampa, nei discorsi commemorativi e di circostanza non è stata ricordata l’esistenza in vita di un sito internet che ha raddoppiato di anno in anno i proprio visitatori unici e le proprie pagine viste ed è gestito da una redazione di più di una dozzina di persone che si fanno un bel tombino.
La parola internet non è stata citata, il termine digitale neppure.
Effettivamente è bello sentirsi ai confini dell’impero verso l’orizzonte infinito dell’innovazione imperante :-(
non sono stati citati manco i blogger del portale…
Ho visto di persona la micro-redazione che ogni giorno fa i salti mortali per mantenere vivo e dinamico l’avamposto online della Stampa. A parole tutti parlano del futuro sul Web, nei fatti “quelli che comandano” si dimostrano più miopi del previsto.
un abbraccio,
emanuele/anecòico
Solidarietà ai trabajadores digitalis da un altro medium disoccupans precarius digitalis
Posso dire la mia? Il dibattito politico si fa sui giornali. Non in tv, non su Internet. Agli editori (quanti ce sono in Italia, due? Tre?), dunque, interessa mantenere in vita, bene, i giornali tradizionali. Il sito internet è un gioco costoso e basta, tipo un corso di inglese che poi non si parlerà mai se non con gli amici. Mi spiace veramente tanto. Ciao