La seconda soluzione più praticata per ottenere grandi numeri di pagine viste non ha a che fare con i contenuti – come il boxino morboso – ma con le forme: ed è la “fotogallery”. La fotogallery può essere nelle buone intenzioni e in un progetto di qualità un contenitore di immagini che fanno informazione quanto un testo, come si sa. L’umana inclinazione a “guardare le figure” può creare formidabili opportunità per l’offerta di belle figure. Ho dieci belle foto e creo dieci belle pagine con quelle dieci belle foto. Ho un racconto per immagini efficace e interessante e sarà più facile farlo conoscere che non scrivendo un pezzo di cento righe.
Oppure, al contrario, può diventare il modo per fare una cialtronata che col testo nessuno avrebbe il coraggio di fare: l’equivalente di un articolo con una parola per ogni pagina. Non ho dieci belle foto, ma voglio lo stesso riempire dieci belle pagine e quindi ci metto dieci foto qualunque.Se per esempio voglio raccontare che oggi è uscito il 47 sulla ruota di Milano, posso banalmente scrivere un articolo che – a tirarla in lungo – in tre righe dica che è uscito il 47 sulla ruota di Milano. Totale: una pagina. Non posso spezzarla e farne due, sarebbero ridicole due pagine di una riga e mezza ciascuna. Allora creo invece una fotogallery: di dieci pagine. Il testo è delle stesse tre righe, ma ci aggiungo: una foto di un’urna con dei numeri, una foto con una signorina bendata, una foto del duomo di Milano, una foto di una catasta di monete d’oro, una mappa di Milano con indicato il luogo dove si svolge l’estrazione, una foto della signorina da piccola, una foto della sorella della signorina che lavora in un autogrill sulla A14. Eccetera. Totale: dieci pagine.