Il Congresso della Fnsi (numero 26) svoltosi nei giorni scorsi a Bergamo, c’era un ospite segreto, un convitato di pietra sempre presente eppure non ufficialmente convocato, un mondo intero cui pensare di affidare il futuro dell’intera professione, eppure ancora lontano da una seppur minima, e necessaria rappresentanza sindacale, ma anche professionale: l’on line.
Nessun intento polemico e tono critico da parte mia, non fraintendetemi, solo una constatazione dei fatti, realizzata da un partecipante interessato, e francamente assai coinvolto, ai lavori del Congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Di giornalismo on-line hanno parlato gli ospiti, prestigiosi, convenuti a Bergamo nei 4 giorni della kermesse.
Di informazione sulla rete hanno discusso i delegati sindacali, o almeno la maggior parte di essi, nel corso dei loro interventi al microfono del palco della Sala Alabastro del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII.
Noi dal canto nostro, abbiamo cercato di lanciare alcune idee sul web e l’uso della rete per diffondere notizie, attraverso la creazione e la successiva distribuzione (on line, per l’appunto!), ma anche in forma cartacea al Congresso, di un documento intitolato “Il sindacato dei giornalismi e la specificità digitale”.Perchè?
Scrivete voi il perchè, se volete, aggiungendo in calce a questo pezzo le vostre riflessioni sulla rivoluzione epocale contenuta nel passaggio, forse, obbligato o ancora meglio obbligatorio, che la nostra professione sta vivendo al mondo digitale, all’uso del web, alle competenze multimediali.
Noi intanto, fedeli reporter e inviati alla manifestazione, vi vorremmo ricordare brevemente alcuni dotti spunti emersi dal Congresso e che con la rete e il giornalismo digitale hanno attinenza stretta e dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio quanto sia necessario, anzi forse indispensabile, ma che dico imprescindibile (!?!), metter mano al più presto ad una riforma “pesante” del nostro mestiere, magari con attenzione e pudore, e magari anche utilizzando, una volta tanto non guasterebbe, strumenti mutuati dal quotidiano più che dalla modernità: strumenti multimediali?