Parliamo di mobilitazione nazionale. In queste settimane ho sentito diversi discorsi sulla possibilità di organizzare questa protesta per migliorare la condizioni dei giornalisti precari. Mi sono sembrati discorsi vaghi, per la verità. Come se non si volesse agire veramente. Certo, posso sbagliarmi. So che il sindacato vuole proporre una settimana di mobilitazione e al momento non possiedo altre informazioni. Ma se il sindacato non si muove, ci penso io. Non ho mai organizzato nulla di così importante – posso sempre imparare – e spero che siate tanti a darmi una mano. Inizierò a contattare i coordinamenti dei precari (Napoli e il Veneto si sono fatti vivi) e poi tutte le organizzazioni che vorranno dare un appoggio e un sostegno. Per favore, fatevi avanti. Contattatemi. Da sola non ho alcun potere e nessuna voce in capitolo. Insieme possiamo essere una forza. Un esercito che si batte per i propri diritti.
Parliamo di date per lo sciopero. A dicembre è difficile. La mia idea è di spostare tutto ai primi di gennaio, tra capodanno e l’epifania, in modo da rompere le scatole a chi va in vacanza. Il periodo mi sembra perfetto, dato che le redazioni in quel momento saranno mezze vuote e di conseguenza l’impegno dei collaboratori diventerà ancora più vitale. Un giorno non è sufficiente: perché le redazioni si possono arrangiare per 24 ore. La protesta deve durare almeno tre giorni, in modo da bloccare l’uscita dei settimanali.
La mobilitazione inizia da qui. Dalla Rete. Soltanto se tutti insieme ci crediamo e decidiamo di scendere in campo.