Una lista civica. Dopo la presa di distanza di Chiamparino dalla sua candidatura, Francesco Profumo sta valutando la nascita di una formazione sganciata dai partiti. “Una lista – dicono nell’entuorage del rettore – che si caratterizza per il programma e non per il gradimento di questa o quella corrente”. Così, per paradosso, la retromarcia del sindaco rispetto al suo nome invece di spingere Profumo a desistere avrebbe finito per incoraggiarlo ad andare proprio nella direzione che un tempo auspicava lo stesso Chiamparino. E forse, altro paradosso, a rafforzarlo. Perché se è vero che oggi i partiti non sono nella situazione del dopo Tangentopoli quando nacque la candidatura Castellani, è altrettanto vero che il centrosinistra torinese non ha nei suoi attuali gruppi dirigenti locali una figura in grado di prevalere nettamente sulle altre, a dimostrazione che per ora il famoso primato della politica non sembra ancora in grado di produrre giovani leve in grado di interpretarlo. Il nome infatti è quello di Piero Fassino, una personalità autorevole e molto stimata che ha guidato il Pci torinese negli anni ´80 per poi assumere, dopo l´87, prestigiosi incarichi a Roma. Così proprio i sostenitori del vecchio schema salziano – quello che contrappone i partiti alla società civile e che sembrava più adatto alla Torino del ´93 che a quella degli anni duemila – finiscono anche loro per portar acqua alla candidatura del rettore. Il quale ha sempre proposto di «far precedere il programma ai nomi e alle sigle». E si è offerto come possibile perno di una rinascita economica della città fondata sulla ricerca e sull´innovazione, che è poi la scommessa su cui si sono mosse in questi anni le amministrazioni Bresso e Chiamparino. La biografia del rettore renderebbe più facile l´operazione rispetto a una guida politica. E questa sarebbe una delle carte principali che si potrebbe giocare l´ipotetica «lista Profumo».
UPDATE1: Chiamparino ha cambiato Profumo
UPDATE2: Il rettore sia una risorsa di tutta la città, non un candidato di partito