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Il riassunto, in sintesi, è questo: lo scorso mese tutti i maggiori quotidiani italiani del panel Fieg hanno visto calare le loro diffusioni rispetto al settembre 2009, e sette su nove testate anche rispetto ad agosto di quest’anno. Un settembre nero? Sì, con un attenuante: i numeri dello scorso mese non sono granché diversi da quelli degli altri mesi dell’anno, agosto escluso, anzi, in molti casi la crescita c’è.
Il riferimento a Boffo e Fini era ovviamente per il Giornale, che si è dovuto confrontare con un ottimo settembre 2009: Vittorio Feltri era tornato da poco alla guida del quotidiano e la vicenda dell’ex direttore di Avvenire aveva tenuto banco come non è riuscita quest’anno quella del presidente della camera. Sarà anche per il diverso livello di pruriginosità che caratterizza le due storie il risultato è un -6,8% per via Negri. E Fini non è bastato nemmeno a Libero che cala del 13%, pur facendo, con le sue 105.424 copie uno dei risultati migliori dell’anno.
In testa al gruppo si trova il Corriere della Sera, 496.250 copie e -3,4%, anche qui un buon risultato se confrontato con il resto dell’anno. In termini assoluti, la perdita è di 17.612 copie, se però è vero, e non c’è motivo di dubitarne, che via Solferino ha ormai 7 mila abbonamenti su iPad come ha detto il direttore Ferruccio de Bortoli nella contestata lettera ai suoi redattori, questa perdita si può ridimensionare in proporzione.
E qui sta la verifica della terza regola citata in apertura: vedremo presto, probabilmente già a gennaio, l’impatto che le copie elettroniche stanno avendo sull’editoria italiana, dal momento che Accertamenti diffusione stampa sta lavorando per censire le vendite digitali (si veda ItaliaOggi del 4 settembre 2010).
Dopo il Corsera arriva Repubblica, sempre vicina al primo ma meno dei mesi precedenti (465.176, -5,6%). Per Ezio Mauro il confronto è con il traino dei casi D’Addario e Boffo l’anno scorso, mentre nel risultato, fanno sapere dal gruppo, pesa anche un’ulteriore pulizia delle copie promozionali.