La protesta corre sul web. Preparata da centinaia di post su Facebook e nei principali social network, la mobilitazione virtuale scende in piazza. Il tamtam lanciato in rete dai seguaci torinesi del MoVimento 5 stelle porterà nel pomeriggio grillini e antagonisti di vari colori e appartenenze (dal Popolo Viola a quello delle Agende Rosse) a contestare Renato Schifani, a Torino per partecipare alla Festa del Pd dove interverrà al dibattito intitolato “Le istituzioni alla prova” con Piero Fassino.
«Non possiamo fargli mancare il nostro caloroso benvenuto ed ascoltare con vivo interesse il suo intervento! In fondo è la Festa…Democratica, giusto? Chi vuol essere democratico, sia, del doman non v’è certezza! Su la testa!». L’appello è corredato da numerose note biografiche e dai resoconti sull’attività politica dell’esponente berlusconiano. In particolare, vengono messi in luce rapporti intrattenuti con personaggi condannati per associazione mafiosa: negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ombre inquietanti sulla seconda carica dello Stato.
Nelle intenzioni dei dimostranti c’è il tentativo di bissare la clamorosa contestazione comasca subita da Marcello Dell’Utri. Bandita ogni forma di violenza, gli organizzatori invitano coloro che si recheranno alle 15 in piazza Castello (angolo via Garibaldi, davanti alla focacceria ligure) di munirsi di Costituzione Italiana e Agende rosse. Al massimo ci saranno fischietti e vuvuzelas. In serata sapremo se la catena di Sant’Antonio internettiana avrà avuto isuccesso.