La chiusura di Red Tv non ha fatto notizia come la casa di An a Montecarlo, ma in fatto di coerenza fra il dire e il fare nelle forze politiche non c’è molta differenza. Red Tv, la web-tv fondata da Massimo D’Alema, con sede a Roma a Palazzo Grazioli (erano vicini di casa di Berlusconi) ha licenziato i suoi 7 redattori superstiti, già da mesi in contratto di solidarietà e per i quali il sindacato spera di avere in autunno la cassa integrazione in deroga.
Il vicedirettore di Red Tv, il noto blogger e giornalista Mario Adinolfi, ha stigmatizzato duramente l’atteggiamento del Pd (che in pratica è l’editore della tv on line) e l’indifferenza con cui i maggiori esponenti di questo partito (che dovrebbe essere al servizio dei lavoratori e della libertà di stampa) hanno accolto e non commentato il fatto.
Dal 1 agosto la sede è stata occupata per qualche giorno dai redattori, provocando l’intervento della polizia, preoccupata non tanto per loro ma per la sicurezza dell’importante “vicino” Berlusconi. Red Tv era nata dopo il successo di Obama alle elezioni americane, che aveva vinto grazie alla mobilitazione della Rete. Un entusiasmo raffreddatosi presto.
1 commento su “Anche il PD licenzia”
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Ricordo che il Pd invitò Blue State Digital (l'agenzia che ideato MyBo) che spiegò l'importanza dei video nella comunicazione politica. Che ovviamente è stata interpretata in modo intelligente dal PD con la creazione di ben due tv…