Calano i consumi nel Mezzogiorno, ma la crisi si fa sentire anche al Nord. Ed è proprio il Piemonte a registrare, tra le regioni settentrionali, la contrazione più marcata: meno 5%. È quanto emerge dal Rapporto dell’Ufficio studi di Confcommercio. In particolare, nel lungo periodo, è in continuo ridimensionamento la quota di consumi nel Sud, rispetto al totale nazionale, con una percentuale che passa dal 28,6% del 1995 al 27,3% del 2007, al 26,8% nelle previsioni al 2011; nello stesso periodo, l’incidenza della spesa delle famiglie italiane al Nord risulta, al contrario, in costante crescita sia per l’area Nord-Ovest (che passa dal 29,6% del 1995 al 30,1% nelle previsioni al 2011), che per il Nord-Est (dal 21,2% al 22,3%). Le regioni del Centro, dopo aver mostrato una stabilità dei consumi nel corso del 2008, hanno subito nel 2009 una marcata riduzione della spesa, soprattutto in Toscana e in Umbria.
Negli anni della crisi (biennio 2008-2009) il calo della spesa ha colpito, in particolare, anche il Nord-Ovest con in testa il Piemonte che ha registrato un calo di oltre il 5%; nel periodo 1996-2007. Un’area che ha risposto alla crisi in maniera disomogenea, mostrando maggiore sofferenza nel capoluogo subalpino, colpito da processi di ristrutturazione industriale che hanno pesanti riflessi sull’occupazione. Hanno parato meglio i colpi Lombardia, Valle d’Aosta, Lazio,Veneto, regioni con le migliori performance (tutte con una variazione media annua dei consumi prossima al 2%), mentre Puglia, Abruzzo, Liguria e Calabria sono quelle con le minori dinamiche (tutte con una variazione inferiore ad 1 punto percentuale).