Un episodio molto increscioso, ma patticolarmente interessante per questo blog, è accaduto ieri pomeriggio alla conferenza stampa del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, plurindagato dalla magistratura.
Alla domanda di una giornalista (Fusani, de “l’Unità”) particolarmente pungente e stringente sugli affari finanziari di Verdini, è saltato su con violenza verbale un deputato del Pdl, Stracquadiano, attaccando la giornalista e accusandola di dire “cazzate”. Quando la Fusani ha reagito difendendo il proprio diritto di far domande e rinviando al mittente l’accusa delle “cazzate”, dal fondo della sala è balzato in piedi urlando e sbraitando il direttore de “il Foglio”, Giuliano Ferrara, accusando la giornalista di far propaganda e di non aver titolo morale per fare “domande simili” a Verdini.
Se Stracquadiano, considerato in Parlamento un “talebano berlusconiano”, cioè un fedelissimo di qualsiasi respiro del Cavaliere, è delegittimato dal suo stesso intervento – fatto non si sa bene a quale titolo in una conferenza stampa- l’aspetto più grave riguarda l’iracondo assalto di Ferrara, che è anch’egli certamente un talebano belusconiano ma è dotato di solida intelligenza politica (e questo vuol dire che, se ha mostrato platealmente di lasciarsi prendere dai nervi, lui che è molto acuto, i suoi buoni motivi certamente li aveva).
Dicevo: episodio interessante per questo blog, che tratta di comunicazione. I due indecenti assalitori della giornalista Fusani sono apparsi come il segno più evidente, e inconfutabile, della nuova cultura della informazione che si va imponendo (o forse si è già imposta) nel nostro paese, una cultura nella quale il posto assegnato al giornalismo è quello del” non disturbare il manovratore”. E se in passato lo aveva reso molto evidente lo stesso B quando aveva mimato una raffica di mitra contro una giornalista russa che aveva “osato” fare una domanda “scomoda” a Putin, oggi lo rendono ancor più evidente due sottopancia del Cavaliere con la plateale perdita di controllo dei nervi di fronte a una domanda “scomoda” a un loro uomo.