Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine, presidenti prestanome, il grande affare del mondo ultrà, le «mani» sulle scuole calcio: le infiltrazioni mafiose nel mondo del pallone sono numerose. È la denuncia dell’associazione Libera, che ha presentato il dossier «Le mafie nel pallone – Storie di criminalità e corruzione nel gioco più truccato al mondo. Potenza Calcio: il caso limite», un’anticipazione del libro «Le mafie nel Pallone», di Daniele Poto.
L’associzione punta il dito dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, la Calabria, toccando la Puglia, con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo nell’isola siciliana. E il Nord Italia non è affatto immune da questa onda di illegalità applicata al pallone. Più di 30 clan sono direttamente coinvolti o contigui censiti nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose ed i casi di corruzione nel mondo del calcio. E alla spartizione della torta partecipa il gotha della mafia, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pellè, dai Misso alla cosca dei Pesce e Santapaola.
Oggi, sostiene il dossier di Libera, i clan guardano al mondo del calcio, controllano il calcio scommesse, condizionano le partite, usano il calcio per cementare legami della politica e riciclano soldi. Le inchieste della magistratura, le intercettazioni telefoniche, la cronaca quotidiana dimostrano come anche nel football è presente un alfabeto dell’illegalità tutto italiano, con pertinenze anche straniere: ’ndrangheta, camorra, cosa nostra, sacra corona unita e mafia sono tutte attive ed operative nel corrompere quello che viene interpretato come un enorme affare.