L’Ordine dei Giornalisti è un caso più unico che raro di ordine professionale con due componenti (pubblicisti e professionisiti) e che sembrano omogogenee, ma che a maggior ragione ad oggi in cui il settore appare in crisi, sono realtà diverse e spesso dissonanti. I professionisti sono pragmaticamente quelli che hanno un contratto di dipendenza e che cercano di tutelare il loro mondo spesso abbastanza opulento. I pubbliciti per buona parte sono quanti non sono riusciti a passare il fiume ed a diventare professionisti. Costituiscono, ci si scusi il termine, la carne da cannone per le redazioni che provvedono con perizia e cinismo al loro sfruttamento quotidiano. E’ anche vero che dei pubblicisti fanno parte anche altri che fanno con profitto altri mestieri e scrivono spesso per diletto.
Una semplice analisi dei numeri in campo fa pensare. Usando come riferimento i dati disponibili sugli iscritti all’ODG del Piemonte alla fine del 2008 e incrociandoli con i risultati del primo turno delle elezioni regionali dell’Ordine scopriamo che in totale gli iscritti in Piemonte sono 6408 (82.8% pubblicisti, 17,2 % professionisti)
Nell’elenco dei professionisti erano iscritti 1096 giornalisti. Di questi alla prima votazione hanno votato in 387 (circa il 35% degli iscritti). Sergio Miravalle, il candidato con maggiori voti, ne ha ottenuti 180 (16% dei professionisti iscritti, 46,5 % dei votanti professionisti). Fra i pubblicisti erano iscritti 5312. Di questi sono stati votanti al primo turno 839 (15.7 % degli iscritti). Il candidato con maggiori voti Ezio Ercole ne ha avuti 632 ( 11,9 % dei pubblicisti iscritti, 75,3 % dei votanti pubblicisti).
Il sistema elettorale prevede però che nel consiglio regionale siedano 6 professionisti e 3 pubblicisti. La maggiornaza dei consiglieri viene quindi votata da un numero decisamente modesto degli iscritti totali. Un altro dato è evidente: la disaffezione dei giornalisti al voto per l’ODG.