Provviste di soldi occultate all’estero e utilizzate per ottenere commesse e appalti. Fondi «neri» che Finmeccanica avrebbe accantonato grazie all’attività di società collegate alla holding. L’inchiesta avviata dalla Procura di Roma sul colosso pubblico, di fatto considerato una delle casseforti di Stato, si concentra sulle disponibilità finanziarie. E afferra il filo che porterebbe a numerosi conti correnti aperti nelle filiali di banche che si trovano in paradisi fiscali come Singapore e Hong Kong, ma anche in alcuni Paesi europei. Il sospetto dei magistrati è che dietro l’intreccio di aziende usate per siglare contratti miliardari sia stato celato il versamento di tangenti. Soldi finiti nelle tasche di politici e funzionari, anche stranieri, per agevolare la chiusura degli accordi.