Via Pazzo per Repubblica
E’ morto a Modena, dopo una lunga malattia, Edmondo Berselli. Aveva 59 anni. Scompare una delle figure più eclettiche dell’editoria e del giornalismo italiano. Editorialista di politica per Repubblica e collaboratore de l’Espresso, osservatore attento della società italiana, fustigatore – se necessario – delle sue debolezze e delle contraddizioni della politica con l’occhio dello spirito libero e, senza tentennamenti, laico e repubblicano. E, insieme, narratore – negli articoli e nei libri – delle passioni ( e delle cadute di stile) dell’Italia della musica, dello sport, del mondo culturale e dei suoi salotti. Fino alla gastronomia. Forse un titolo – Quel gran pezzo dell’Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe – sembra metterle insieme tutte mostrando un osservatore poliedrico e senza paraocchi della società italiana.
La stessa vena che ha messo nei suoi libri di analisi della politica – che è riuscito sempre a trasformare in analisi della società – e nei tanti articoli scritti via via per diversi giornali fino all’approdo a Repubblica. Un metodo che nel 2003, con Post-italiani, lo fece considerare come un analista quasi profetico di questa nostra società. Compresa la sua analisi disincantata, e forse per questo ancor più incalzante, del fenomeno Berlusconi nei tanti editoriali per Repubblica. Fino al fondo sul “padrone Berlusconi” del 17 marzo scorso, e alla puntura “La Vacanza” del 3 aprile. Gli ultimi.