Una valanga di sms d’invito alla manifestazione di sabato 20 firmati dal premier Silvio Berlusconi inviati a cellulari privati e aziendali, tutti utenti che non avevano dato alcun consenso. Messaggi ed estratti dalle interviste del premier finite nella posta aziendale. “E’ mai possibile ricevere sul posto di lavoro questo tipo di messaggi?”, si chiede un nostro lettore. In effetti no, non è possibile: per inviare sms e email di propaganda elettorale occorre il consenso degli interessati, come ha ribadito meno di un mese fa il Garante della Privacy in un provvedimento pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
Ma il ‘decalogo’ del Garante non ha fermato il dilagare di email e sms. “Oggi pomeriggio mi è arrivato sul telefono cellulare aziendale un messaggio di invito alla manifestazione di sabato prossimo a Roma. – scrive un lettore, Domenico Milesi – Aggiungo che si tratta di un numero riservato. Ho provato a rispondere che il messaggio violava la mia privacy ma mi è apparsa la crocetta che indica che la risposta non può essere inoltrata al mittente. Si può fare qualcosa? Se siamo in molti sì”.
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Mentre un’altra lettrice, Brunella Bonito, ha provato a ribellarsi scrivendo al sito dal quale il Pdl ha tratto il suo indirizzo di posta elettronica, Cartoline.net.: “Mi sono iscritta al vostro sito per motivi ben diversi e sicuramente lontani da Silvio Berlusconi; pertanto, oltre a ribadire l’invito a depennarmi dalle banche dati, protesto vivamente per questa vostra iniziativa che io reputo un abuso”. Disarmante la risposta di Cartoline.net: “L’email che ha allegato (il messaggio di propaganda di Silvio Berlusconi, ndr) è stata spedita da noi per conto di un nostro cliente come tutte le altre email promozionali che ha ricevuto. Per noi è mera pubblicità e come tale deve essere presa”. In definitiva, il meccanismo è questo: l’ignaro cittadino s’iscrive a Cartoline.net (ma situazioni analoghe sono state registrate per i siti Auguri.it, PollicinoAnnunci.it, Salutiebaci.it) (tutte di proprietà di Gate2000 n.d.b.) e dà il consenso per l’invio di pubblicità, e si ritrova i messaggi di propaganda elettorale, per i quali invece si richiede un consenso specifico.
Molti lettori fanno notare che il Pdl è in buona compagnia nello ‘spamming’ elettorale: “Faccio presente che da qualche giorno ricevo telefonate sul numero fisso di casa con messaggi registrati da parte di Casini, un certo Veronesi ( credo del Pdl) e da un altro rappresentante della Lega Nord con messaggi registrati che invitano al voto, ovviamente per il loro schieramento. Ma è possibile tutto ciò? A chi mi devo rivolgere per far cessare questa intrusione nella mia vita privata, senza che io ne abbia dato il consenso?”, scrive Giuliana Fontanili.