Questa la ricostruzione del Corriere sulla fuga di notizie riguardo le intercettazioni che vedono protagonista il premier. La Procura apre un’indagine per furto e ricettazione. Le telecamere interne confermerebbero la ricostruzione. Il cronista di Repubblica che entra nell’ufficio del Pubblico Ministero e ne esce poco dopo con un fascicolo in mano. Quello del Giornale aspetta fuori controllando che non arrivi nessuno. Questa la ricostruzione, secondo un’inchiesta-lampo della Procura di Trani, che ha permesso ai due giornali di pubblicare ieri i testi delle intercettazioni in cui Giancarlo Innocenzi parlava con Gianni Letta del problema-Santoro e dei desiderata del presidente del Consiglio.
Secondo il Corriere della Sera, che ne dà conto nelle pagine interne del quotidiano in un articolo non firmato, il cronista di Repubblica è stato convocato stamattina in Procura come persona informata sui fatti per essere interrogato su quanto accaduto. Si parla delle telefonate intercorse tra Innocenzi, Masi e Letta e che riguardano anche Paolo Ruffini, “cacciato” secondo il Direttore generale per fare un favore a Berlusconi. L’ipotesi di reato è furto e ricettazione in concorso con altri, anche se non sono ancora chiare le dinamiche e soprattutto gli indizi a favore della ricostruzione. C’è però almeno una prova documentale, a quanto pare: rivedendo le immagini delle telecamere a circuito chiuso dei corridoi del Tribunale si notano il cronista convocato che, insieme al collega, si ferma davanti a una stanza (che apparterrebbe a uno dei PM titolari dell’inchiesta). Nella sequenza, sempre registrata dalle telecamere del Tribunale di Sorveglianza, si vedrebbe uno di loro che entra nella stanza per qualche minuto, mentre l’altro rimane fuori dal corridoio. Le stesse telecamere mostrano poi i due che si allontanano dalla stanza. Il giorno dopo le telefonate finiranno su Repubblica e Corriere. E scatterà l’ennesima inchiesta per la fuga di notizie.
UPDATE: la vicenda si fa giudiziaria secondo Guido Ruotolo su La Stampa
Ieri, un cronista della redazione di Bari di «Repubblica», Giuliano Foschini, è stato convocato in questura – la procura aveva delegato alla Digos le indagini sulla fuga di notizie – come «persona informata dei fatti» Dopo cinque ore, Foschini è uscito dalla questura indagato, per il reato di ricettazione. Il suo legale si è affrettato a dichiarare che aveva già presentato la richiesta di archiviazione. Ma non è finita qui. Alle otto di sera, si apprendeva da fonti investigative che a Roma, nella sede di «Repubblica», stavano interrogando l’inviato del quotidiano diretto da Ezio Mauro, Francesco Viviano