A partire da sabato 27 febbraio 2010 sarà aperta al pubblico la nuova sala espositiva del Laboratorio-Museo Tecnologic@mente dedicata all’ELEA 9003 realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT di Torino. La Fondazione Natale Capellaro, che gestisce e coordina le attività del Laboratorio-Museo Tecnologic@mente, vuole raccontare uno degli aspetti più importanti della Storia del territorio: l’avvento dell’elettronica e la nascita dell’ELEA 9003 della Olivetti, attraverso la personalità e le vicende di Adriano Olivetti, Mario Tchou ed Ettore Sottsass, partendo dai primi calcolatori elettronici fino alla morte di Adriano Olivetti e alla cessione della divisione elettronica.
Allo scopo di avvicinare i visitatori al passaggio dal mondo della meccanica a quello dell’elettronica, si propone un’esperienza interattiva articolata in tre momenti fondamentali: un momento analogico, un momento di programmazione e un momento di digitalizzazione, attraverso Arduino, una piattaforma di prototipazione elettronica open-source che si basa su hardware e software flessibili e facili da usare. Arduino è nato all’Interaction Design Institute di Ivrea, con l’intento di sviluppare un microcontroller potente ed economico per gestire i progetti artistici robotizzati. La sua capacità di calcolo corrisponde a quella dell’Elea. L’apertura della nuova sala espositiva dedicata all’Elea 9003 è inserita nell’ambito degli eventi promossi a 50 anni dalla scomparsa di Adriano Olivetti.
Un po’ di storia: quando Adriano Olivetti prese in mano le redini dell’azienda, tutti i prodotti Olivetti erano basati su tecnologie meccaniche. Adriano, però, aveva la capacità di guardare avanti e gli era chiaro che la meccanica, prima o poi, avrebbe raggiunto i suoi limiti e che il futuro dell’azienda sarebbe stato nell’elettronica. Ciò lo spinse a collaborare con l’Istituto di Fisica di Pisa per la costruzione di apparati tecnologici, contribuendo alle diverse attività universitarie.
Le prime attività elettroniche dell’Olivetti cominciarono nel 1952, quando Dino Olivetti decise di aprire il primo laboratorio elettronico negli Stati Uniti a New Canaan, nel Connecticut. Adriano incontrò in America Mario Tchou, a cui venne affidato nel 1955 la direzione del primo laboratorio elettronico Olivetti a Barbarecina (PI). Questa decisione si concretizzò nel 1959 con la presentazione dell’Elea 9003, primo computer commerciale a transistor al mondo.
Fu il primo sistema interamente a transistor di altissime prestazioni, concepito e sviluppato dal team di Mario Tchou, spinto dalle aspirazioni e dalla lungimiranza di Adriano e di suo figlio Roberto. Nel 1959 era pronta la versione definitiva della macchina che venne denominata ELEA 9003.
L’acronimo stava per Elaboratore Elettronico Automatico, ma il nome voleva alludere alla famosa scuola filosofica della Magna Grecia. Era un sistema all’avanguardia sotto tutti gli aspetti: la concezione logico-sistemistica, la tecnologia costruttiva e il design; quest’ultimo inventato da Ettore Sottsass.
Il calcolatore occupava un salone delle dimensioni di un campo da tennis e si configurava con un sistema complesso di tanti elementi, ognuno con una propria funzione, ma sviluppati per collaborare sinergicamente tra loro e realizzare un impianto unico. I calcolatori dell’epoca erano costituiti da grandi armadi che andavano dal pavimento al soffitto; nell’ELEA invece, grazie al genio di Sottsass, erano a misura d’uomo. I cavi elettrici di alimentazione e di collegamento tra gli armadi anziche? passare sotto il pavimento, passavano sopra la macchina dentro eleganti blindosbarre, con ovvi vantaggi di installazione e manutenzione. La grande consolle era un esempio di unione tra funzionalita? ed estetica. L’ELEA 9003 fu presentata nel 1959 alla fiera campionaria di Milano dove vinse il Compasso d’Oro, il premio annuale per il miglior design industriale.