La storia dell’addetto stampa del presidente della provincia di Vercelli che era costretto a versare ogni mese una parte del suo stipendio al presidente. Via AmareCrescentino
E’ stata la seconda persona ad essere sentita, in Procura, giovedì pomeriggio, subito dopo Renzo Masoero. Prima il presidente, poi il responsabile dell’ufficio stampa della Provincia. Non un interrogatorio fiume, come quello dell’esponente politico del Pdl, comunque un colloquio non brevissimo. E sabato mattina Luigi Guelpa, 39 anni, giornalista professionista di Livorno Ferraris, è tornato davanti al procuratore Giorgio Vitari. Questa volta soltanto per pochi minuti, poi il magistrato ha ascoltato altri testimoni. Probabilmente alcuni imprenditori.Partirebbe proprio da Luigi Guelpa, e dal suo lavoro in Provincia, il nuovo filone che emerge dell’inchiesta sul presidente di Palazzo dei Barnabiti, arrestato giovedì pomeriggio dagli uomini della polizia giudiziaria con un’ipotesi accusatoria di concussione.
Al giornalista vercellese, incaricato nel 2004, con un contratto di collaborazione, di seguire i rapporti della Provincia con i mass media, Renzo Masoero avrebbe chiesto di versargli ogni mese una somma in denaro. A lavoro cominciato, subito dopo il pagamento del primo mese di stipendio, gli avrebbe chiesto una quota di alcune centinaia di euro per avere garantita la continuità del rapporto di lavoro. Che in effetti è proseguito anche se il giornalista, dopo alcuni mesi, si sarebbe rifiutato di versare questa sorta di «tassa» al suo presidente.Guelpa non entra nel merito dei colloqui, conferma soltanto di essere andato in Tribunale.