Quello che manca davvero a iPad, tuttavia, è uno scopo preciso. Non fa il telefono, la connessione 3G è presente (ci sono offerte interessanti per gli USA, per l’Europa occorrerà attendere la primavera) ma non serve a quello scopo. Non è un computer, sebbene Apple abbia presentato una nuova release di iWork fatta apposta per il suo tablet e un dock completo di tastiera (alternativa a quella touch sullo schermo): montando lo stesso OS di iPhone rimane “relegato” nella categoria degli smartphone, con tutti i pregi e le limitazioni che questo impone. Ci si può scordare il multitasking, ci si può dimenticare il Finder di Mac OSX: niente cartelle dentro cui archiviare documenti, iPad è una specie di via di mezzo tra iPhone e iPod Touch e dunque un device fondamentalmente “chiuso”.
Altro mistero è il formato scelto per la vendita dei libri: Apple, come di consueto, decide di fare da sé e crea una nuova app per lo scopo, chiamata iBook Store. Ci si collega, in stile iTunes Store, si sceglie cosa leggere, si acquista e ce lo si ritrova sul proprio scaffale virtuale. Mistero su cosa capiterà nel caso si voglia prestare un libro a un amico, o se questi titoli siano interoperabili con altre piattaforme: mettiamo l’utente sia in possesso di una biblioteca in formato epub, regolarmente acquisita o proveniente dal pubblico dominio, che fine farà se decide di saltare a bordo di iPad? Mistero anche su quali e quanti libri saranno disponibili per iPad, e quali saranno i costi.
Già da un paio d’anni, almeno dal lancio dell’iPhone, Apple sembra aver deciso di ridimensionare il suo impegno nella musica. L’azzeccata doppietta iPod/iTunes è servita a rilanciare la società e a conquistare i favori dell’uomo digitale del terzo millennio. Ma oggi il panorama è cambiato molto rispetto al 2001. Grazie anche al contributo dell’iPhone, il pubblico ha scoperto il piacere dei device multifunzionali. Apple ha sfidato e spronato i produttori di telefonini come Nokia. Blackberry ha rilanciato. Google è entrata nella partita. Amazon ci sta provando, attraverso il nuovo terreno del Kindle e degli e-books. La tecnologia è pronta per una nuova rivoluzione che sembra avere libri e giornali come contenuti cardine. I consumatori, anche.
L’ascolto musicale stesso, forse per la prima volta, si sta spostando verso questo tipo di dispositivi. L’iPod è stato il dominatore/detonatore dell’era del download. La macchina musicale perfetta. Oggi che stiamo entrando nella stagione dello streaming e delle applicazioni wi-fi, alcune sue caratteristiche non sono più necessarie. Non servono più decine e decine di gigabyte di memoria. Non basta più l’idea del “play” e nemmeno quella dello “shuffle”. E’ preferibile un’elasticità nell’ospitare programmi come Spotify, Pandora, Last.fm, Shazam o TapTap Revenge, che ti permettono di potenziare la tua esperienza di ascolto. E infatti, ormai gli acquisti di iPod Touch (la versione simile all’iPhone) stanno sostituendo quelli degll’iPod classico e del Nano. Intanto, se ci fate caso, dal fronte dei lettori MP3 concorrenti della Apple non arrivano più segnali di vita. Creative, iRiver, Samsung, SonyWalkman, lo Zune di Microsoft. Fino a due anni fa era tutto un brulicare di sfide e nuove proposte. Oggi, il silenzio. Si gioca di conserva, i mercati che interessano sono altri.
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