Lo ricorda Alessandra Comazzi
Beniamino Placido era un giornalista. Un critico letterario. Un critico televisivo. Un intellettuale nel vero senso del termine, cioè usava al meglio l’intelletto. Era curioso, di uomini e di cose. Guardava al prossimo, e alle trasmissioni di cui scrisse per otto anni su Repubblica, con simpatia e indulgenza. Era un critico, ma non un censore; un osservatore ironico dei costumi, ma non un moralista. E adesso Beniamino Placido non c’è più. Nato a Rionero in Vulture, provincia di Potenza, nel maggio del ‘29, portava nel cuore un profondo orgoglio lucano, come ricorda il cugino, di secondo grado, Michele Placido. Se n’è andato a 80 anni, a Cambridge, dove si era trasferito per stare vicino alla figlia Barbara ed essere meglio accudito, poiché da tempo malato. Faticava a parlare: e conversare con lui, così brillante, arguto, puntuto e affettuoso, era diventato un momento di pudico dolore.