Dopo quattordici mesi spesi in riparazioni e migliorie, in realtà oggi la notizia delle prime collisioni ha riempito di entusiasmo gli scienziati del Cern, inclusi i 600 italiani (15 per cento del totale) che lavorano all’esperimento. “Proprio cinque minuti fa abbiamo visto le prime collisioni nel rivelatore di Alice”, racconta Paolo Giubellino, alla guida di uno dei quattro esperimenti di Lhc. “Non ce le aspettavamo così presto. I protoni sono estremamente piccoli e far collidere due fasci che viaggiano in direzione opposta è come mettere due cacciatori a distanza di un chilometro e chiedergli di far scontrare i loro pallini in aria a metà strada. Bisogna avere un’ottima mira”.
E’ anche uscito il sito di INFN dedicato al contributo italiano a LHC