A proposito del lungo botta e risposta dei blogger-direttori e direttori-blogger
Molte (fondate) ironie sono state fatte sul fatto che ultimamente le “grandi firme” dei giornali italiani sono diventate peggio dei blogger prima maniera, e passano le giornate parlandosi addosso.
Oggi si è raggiunto (spero) l’apice: con De Bortoli che attacca Scalfari, il Giornale che se la prende con Gad Lerner, Belpietro che titola in prima pagina su se stesso, Il Riformista che apre sul Riformista, Pansa che su Libero parla male di Scalfari, ancora il Riformista che mette in prima pagina un editoriale in cui si commenta un’intervista fatta ieri dal Corriere a Pansa, il Foglio che insulta il vicedirettore di Repubblica, il Manifesto che attacca De Bortoli – e siccome anche noi vogliamo la nostra parte, c’è pure un attacco del Giornale al direttore dell’Espresso in cui si riprendono pari pari delle cose che di lei scrisse Pansa sul Riformista.
Il quadretto può apparire comico, visto che mentre noi ci sputiamo addosso, tutto intorno ci sarebbe un mondo che gira e nel quale succedono cose un filo più importanti rispetto ai turbamenti di Polito o ai rigurgiti di Pansa.
Tuttavia, se si supera l’ironia, ci sarebbe da chiedersi che cosa gli ha preso, ai quotidiani italiani: a che cosa è dovuto questo grottesco avvoltolamento nelle proprie beghe interne, dove peraltro si mescolano ragionamenti politici a invidiette personali, antipatie storiche e ruggini di redazione.
Io, più banalmente, continuo a pensare che molte cose del nostro mondo avvengano in conseguenza di meccanismi più individuali, di mediocrità e vanità umane, di piccole psicologie che si aggrovigliano e a loro volta diventano fattore e non sintomo, del contesto politico. Ma forse è una coda che si morde la coda.