Mentre la Bnf si prepara a trasferire su Google la digitalizzazione del proprio patrimonio librario, il mondo dei bibliotecari riunito a Milano per il congresso internazionale dell’International Federation of Libreries Associations (Ifla) apre a Google
«Per molti di noi – spiega la tedesca Claudia Lux, presidente dell’Ifla – non ci sarebbe nessun problema verso accordi di questo tipo. La digitalizzazione è un processo molto costoso e simili partnership possono senz’altro aiutare». Con due precisazioni: la prima è che bisogna tener conto della questione del copyright, cui sono soggetti i libri più recenti. L’altra «è che il patrimonio deve restare di pubblico dominio».
Un’opinione che sembra essere condivisa anche in Italia «Ci sono ancora resistenze – afferma Mauro Guerrini, presidente dell’Associazione italiana biblioteche – ma la maggior parte di noi sarebbe favorevole». Un accordo come quello tra la Bnf e Google, secondo Guerrini, favorirebbe il ritorno economico, molto comodo alle biblioteche, e «aiuterebbe la promozione nel mondo del nostro patrimonio culturale. Certo bisognerebbe trovare il giusto prezzo, senza calarci le braghe di fronte a Google».