Non c’è da sorprendersi che Daw Aung San Suu Kyi, leader della democrazia in Myanmar da 14 anni agli arresti domiciliari (negli ultimi 20) e fervente buddhista, sia stata condannata a tre anni di lavori forzati per aver violato i termini degli arresti ospitando John Yettaw. Immediatamente la sentenza è stata commutata a ulteriori 18 mesi di arresti domiciliari.
Non c’è da soprendersi, però dispiace. L’americano Yettaw è stato punito con 7 anni di prigione, incluso 4 anni di lavori forzati. The New York Times ci ricorda che il prossimo anno si terranno le prime elezioni dal 1990, quando i militari annullarono la vittoria del partito di Aung San Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia.
Quando si terranno le elezioni quindi Aung San Suu Kyi sarà agli arresti domiciliari. I militari però dicono che il suo recente processo è stato puramente di carattere penale e non è politico. E se lo dicono loro abbiamo tutte le garanzie.