Il «progetto di sistema» per portare al superamento del digital divide entro il 2012 con l’accesso a Internet per tutti «potrebbe portare a un incremento del Pil di 2 miliardi di euro». Lo ha affermato il viceministro allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani in un’audizione congiunta davanti alle Commissioni Trasporti della Camera e Lavori Pubblici del Senato. «Investire quasi 1,5 miliardi di euro in banda larga – ha spiegato Romani – potrebbe portare a un incremento del Pil di 2 miliardi di euro, ovvero è ipotizzabile che ogni euro di investimento realizzato nel settore Ict generi un incremento sul Pil nazionale pari a 1,45 euro». Il progetto, ha proseguito il viceministro, interesserà circa 50mila persone in quattro anni (oltre 4mila ingegneri, più di 11mila tecnici e assistenti, circa 13mila operai qualificati e 15mila operai comuni, oltre a 6mila impiegati) e comporterà oltre 33mila interventi diversi «che avranno ricadute positive anche in altri settori economici».
I 1.471 milioni che l’Italia investirà saranno così ripartiti: 564 milioni per connettere 2.900 centrali in fibra ottica e mille centrali con sistemi wireless; 161 milioni per rinnovare i vecchi apparati in circa 8mila nuove centrali; 747 milioni di euro per bonificare la rete di accesso incrementando la connettività sia fissa sia mobile. In particolare, verranno spesi 763,85 milioni di euro per la realizzazione di opere civili e la fornitura di materiali, 617,66 milioni per le forniture hardware e software e 89,81 milioni per le attività di progettazione. La copertura sarà realizzata prevalentemente in fibra, offrendo così una connettività fino a 20Mb al 95,6% degli italiani, e in tecnologie radio con velocità 2Mbit al 3,9%.