Fra una settimana spariranno dalla tv analogica Rete4 e Rai2. Nel frattempo regna il caos informativo.
In ogni caso se ne parla in due serate al Blogbar Fnac
Arriva il digitale terrestre. E anche il decoder per leggere oltre 100 canali televisivi completamente gratuiti. Si parte il 20 di maggio (con Rai 2 e Rete 4) e la prima fase di questa «rivoluzione» interessa quasi 3 milioni di piemontesi. Più canali, più possibilità di scelta ma non per quelle famiglie che vivono in quel 5 per cento del territorio torinese e piemontese che non vengono raggiunte dal segnale analogico. Per 60, forse 100 mila famiglie l’arrivo del segnale digitale non modificherà il loro rapporto con la televisione: oscurato prima, oscurato dopo. A meno di non dotarsi di un satellite.
Il problema è circoscritto ad alcune zone montane e ad una parte delle aree collinari e pre-collinari comprese quelle del torinese. La regione ha chiesto al ministero di garantire a tutti gli utenti piemontesi la ricezione dei nuovi segnali digitali terrestri. E ci metterà anche dei fondi propri «per l’aggiornamento dei ripetitori ora gestiti dalle comunità montane», spiega la presidente Mercedes Bresso. Per mettere il «cerotto» ai ripetitori bastano in tutto 25 mila euro. Più costoso e complesso l’adeguamento di tutti i ripetitori per le varie frequenze, circa 4 milioni.
Andrea Ambrogetti, presidente della Dgtvi, l’associazione per la diffusione del digitale terrestre, comunque si dice ottimista. I risultati del sondaggio commissionato alla Makno evidenziano come «il livello di diffusione di coloro che possono ricevere il segnale digitale è del 65% a Torino e del 64% a Cuneo. E c’è anche un quindici per cento di intervistati che si dice pronto ad acquistare un decoder. Una quota superiore a quella con cui siamo partiti in Sardegna».