Lo scrittore Fulvio Abbate ha deciso di diffondere attraverso MOW il suo trattato dedicato a una categoria dell’essere sociale e professionale definita amichettismo.
L’amichettismo ha lo spessore culturale e politico di un’emoticon accompagnato da un cuoricino, come fosse un sospiro. L’amichettismo racconta un insieme chiuso di relazioni. Per lo più interessate. Un progetto d’ambizione decisamente professionale, l’affetto appare secondario. Così aderisce alle ragioni e alla prassi del liberismo, sebbene dichiari di collocare il proprio umano presidio esclusivo “a sinistra”.
Il pensiero del singolo, dell’individuo, della persona stessa si ritrova così sostanzialmente negato, cancellato; assente è ogni vera libertà, la stessa fantasia, così nel suo recinto; in definitiva siamo nel dominio del conformismo. Ogni dialettica e giudizio propri cancellati, in nome di una ricattatoria complicità persistente di tipo tardoadolescenziale.
L’amichettismo, tendenzialmente, per sua natura, si è imposto in un contesto subculturale che per semplicità definiremo “di sinistra”, nella convinzione manichea, quasi carceraria, che l’altrove sia da guardare, appunto, con sospetto. In nome di un obiettivo etico superiore.
Fulvio Abbate – L’amichettismo (PDF 466 KB)