Il quadro che emerge dai risultati del 2018, peraltro in linea con la tendenza negativa degli ultimi esercizi, impone agli organi di amministrazione dell’Inpgi di porre responsabilmente in essere ulteriori interventi per rimediare ad una situazione che, altrimenti, rischia di compromettersi definitivamente, non mancando di monitorare costantemente gli eventuali scostamenti tra le ipotesi adottate nei calcoli attuariali e le effettive dinamiche, in modo da consentire eventuali interventi tempestivi ed efficaci, anche sotto il profilo normativo e ordinamentale”. E’ quanto si legge nella Relazione sulla gestione finanziaria 2018 dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (INPGI), approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei Conti.
“Nelle relazioni relative agli ultimi esercizi, questa Corte ha richiamato l’attenzione sul perdurante andamento negativo dei saldi della gestione previdenziale e assistenziale della Gestione sostitutiva e sulla conseguente necessità che l’Inpgi adottasse con urgenza severe misure atte a ristabilire l’equilibrio previdenziale pesantemente compromesso dalla profonda crisi del settore dell’editoria, contraddistinta dalla sensibile contrazione dei contratti di lavoro e dal peso sempre crescente degli oneri per ammortizzatori sociali a carico dell’Istituto medesimo”.
Va ricordato che l’attività istituzionale dell’Inpgi prevede due gestioni distinte: l’una denominata “Gestione sostituiva” dell’assicurazione generale obbligatoria (Inpgi 1), alla quale sono iscritti i giornalisti professionisti e praticanti, nonché i pubblicisti con rapporto di lavoro subordinato e iscritti all’Albo, l’altra “Gestione separata” (Inpgi 2), alla quale sono iscritti i giornalisti che esercitano autonoma attività professionale giornalistica, comunque non subordinata.
In particolare, la Corte osserva che se la “Gestione separata” non presenta problemi di sostenibilità, anche in relazione alle peculiarità che la caratterizzano, la “Gestione sostitutiva” evidenzia aspetti critici in relazione alla sostenibilità finanziaria, tenuto conto delle proiezioni attuariali risultanti dal bilancio tecnico attuariale.
“Secondo le previsioni attuariali – aggiunge la magistratura contabile – l’equilibrio di gestione sarebbe conseguibile solo attraverso un idoneo numero di nuovi ingressi, che, ad oggi, non si stanno concretizzando in quanto legati alle dinamiche del mercato del lavoro nel settore editoriale che non è ancora uscito dalla situazione di crisi e profondo mutamento che lo ha investito”.
I risultati dell’esercizio 2018, preso in esame dalla Sezione del controllo, confermano, infatti, l’andamento negativo costante da alcuni anni (il disavanzo della gestione previdenziale si è attestato su 186,44 milioni di euro) ed evidenziano la necessità di interventi, anche normativi, diretti ad assicurare non solo la sostenibilità finanziaria dell’Ente, ma anche l’erogazione dei trattamenti pensionistici a tutti coloro che vi sono iscritti.
“Anche alla luce delle proiezioni attuariali disponibili, gli effetti del progetto di riforma avviato nel 2015 e completato nel 2017 – avverte la Corte – non appaiono sufficienti allo scopo di conseguire condizioni di equilibrio strutturale, armonizzando l’ordinamento Inpgi con il sistema previdenziale generale. Le proiezioni del nuovo bilancio tecnico, riferito al periodo dal 2018 al 2067, evidenziano come l’Inpgi non sia in grado di mantenere la solvibilità prospettica”.