Doveva essere un sabato impegnato ma di routine. Mattina a casa a sistemare cose, pomeriggio a seguire la manifestazione Notav in centro a Torino, poi in automobile prima a Villareggia e poi a Ricaldone per domenica relax nelle vigne. E invece …
Sono andato in centro in bici , era una bella giornata di sole la bici è perfetta per muoversi per le vie del centro cittadino con blocchi delle forze dell’ordine. Durante la manifestazione ho sentito una prima fitta sotto lo sterno, ma è passata in fretta. Poi sono salito sulla bicicletta per rientrare a casa e ripartire. Nel tratto di Corso Francia fra piazza Statuto e piazza Bernini la fitta è diventata sempre più dolorosa. Sono arrivato in piazza Bernini alle 17 con un gran dolore. Ho chiamato Barbara che mi è venuto a prendere con Paola che si è presa la bicicletta e la ha portata a casa.
Abbiamo fatto in auto le poche centinaia di metri fino al Maria Vittoria. Il male era diventato molto forte quasi insopportabile. Mi hanno portato dentro subito e spogliato … lei ha un infarto … ma come un infarto andavo in bici fino a qualche momento fa ho solo un gran dolore sto benissimo. Mi hanno fatto gli esami del caso e in mezzora forse meno ero gia in sala operatoria dove tre persone splendide mi hanno infilato una sonda nel polso destro che è risalita fino al vaso bloccato e lo ha aperto per poi tenerlo aperto con uno stent.
Alle 18.30 più o meno ero già in reparto con un tot di flebo e di derivazioni di ECG e macchinari vari. A me scappava da ridere perchè non avevo particolari problemi fisici o cognitivi … Al mattino mi sono svegliato e pensavo ad uno scherzo perche stavo benone e volevo scendere dal letto per farmi la barba e andare in bagno, ma per oggi … non si può-
Mi è andata di gran lusso grazie al dream team della mia famiglia, grazie al mio fisicaccio e grazie alla sensibilità ai problemi cardio circolatori dovuti al fatto che un po’ troppi amici ci hanno lasciato la pelle per le stesse ragioni.
Ora un po’ di giorni di degenza poi mi daranno la terapia del caso che mi porterò dietro, ma l’importante è sapere che si rischia e occorre prevenire e curarsi.
Così ne approfitto della degenza e della convalescenza per fare un po’ di cose divertenti e farmi coccolare.
Che dire … la tanto vituperata sanità italiana … è tante volte un gioellino, non dimentichiamolo … Un grazie ai cardiologi del Maria Vittoria di Torino che dovreanno sopportare il casino che faccio in reparto per ancora un po’.
Avrei dovuto partire per andare al Parlamento Europeo a Strasburgo … ci andremo fra un po’.
2 commenti su “Un Infarto a mia insaputa”
I commenti sono chiusi.