È nato un nuovo modulo didattico per capire e gestire l’ hate speech, ovvero quel fenomeno, tristemente alla ribalta nelle cronache del nostro Paese, attraverso cui si diffondono on line discorsi di istigazione all’odio nei confronti di una persona o di un gruppo di persone, basate sull’origine nazionale o etnica, colore, lingua, religione, disabilità, sesso, genere o altra caratteristica o status.
Si tratta di un’iniziativa realizzata nell’ambito del progetto europeo BRICkS -Costruire il rispetto su internet combattendo l’hate speech, da un’esperienza condotta in Italia da COSPE onlus e dal Centro Zaffiria, condivisa con organizzazioni in Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Belgio e sostenuta dal programma “Diritti Fondamentali e Cittadinanza” dell’Unione Europea”.
Il progetto risponde al bisogno degli insegnanti di trovare delle idee per affrontare l’hate speech con i propri studenti, attraverso l’educazione ai media, l’educazione interculturale e il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze: i giovani rischiano infatti di essere maggiormente esposti sia per il massiccio uso dei social sia per la scarsità (o la mancanza) di situazioni in cui prendere consapevolezza del discorso d’odio. La scuola si trova in prima linea di fronte al difficile compito di affrontare questo fenomeno, che ha senza dubbio forti ripercussioni nelle relazioni tra i pari e nella propria relazione col mondo.