Via senza bavaglio grazie a Fabrizio Iorio
Il Fondo Atlante II, gestito dalla Quaestio sgr di cui è presidente Alessandro Penati, firma di Repubblica, è chiamato a investire nelle banche italiane, in particolare per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Così ha deciso il governo Renzi, che attraverso l’Adepp, l’associazione della Casse previdenziali delle professioni (e quindi anche attraverso l’INPGI), intende reperire almeno 500 milioni di euro con una sorta di prelievo forzoso.
In realtà non si tratta di un investimento, bensì un vero e proprio salvataggio. Si tratta dell’ennesimo salvataggio del sistema bancario varato da Renzi-Maria Elena Boschi (detta Etruria dal nome della banca “salvata” di cui il padre era consigliere d’amministrazione). Il Fondo Atlante II, guarda caso nato a giugno di quest’anno, comprerà le sofferenze delle banche italiane, pagandole fino al 32 per cento del valore originario.
Tecnicamente si farà carico dei Npl (Non performing loans), cioè i prestiti o i crediti deteriorati, fino al 32 per cento del loro valore, che è ben più elevato di quanto i fondi di investimento pagherebbero se dovessero rilevarli loro!!! Quanto ha a disposizione Atlante II? Secondo indiscrezioni che circolano negli ambienti finanziari, potrà contare fino a 6 miliardi di euro parte dei quali verranno dai sottoscrittori istituzionali, tra i quali alcune banche italiane come Unicredit e Intesa, dalle assicurazioni, dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) ma anche dalla Casse previdenziali dei professionisti, come spiegheremo più avanti.
Questa prima fase dell’operazione si chiuderà l’8 agosto. Allora sapremo quanto è stato reperito dal Fondo Atlante. Le modalità operative e i rischi di questo salvataggio sono ignote. Si sa solo che il 25 luglio l’Adepp (Associazione degli Enti previdenziali) ha deliberato invitando le casse previdenziali di Commercialisti, medici, avvocati, giornalisti, architetti, ecc… a contribuire con 500 milioni di euro ad Atlante II, fondo costituito ad hoc per sostenere ancora una volta il Monte dei Paschi con i soldi dei privati e dei contribuenti.
Il presidente Alberto Oliveti, ha rilasciato sempre il 25 luglio una stringata dichiarazione, nella quale si dice che l’Adepp è disposta a “investire a sostegno del sistema Paese nel quale i professionisti operano e valutare con la massima attenzione l’investimento in Atlante II?. Un sostegno al buio perché nessuno, forse nemmeno il governo conosce i dettagli dell’operazione!!!
Gli unici ad opporsi al prelievo forzoso sono stati i commercialisti. L’ Associazione nazionale commercialisti (Anc) ha apertamente contestato l’annunciato provvedimento, scrivendo una lettera ufficiale al premier e al ministro dell’economia Padoan per respingere il tentativo di mettere le mani nelle casse nel loro Ente previdenziale. “Non è un tesoretto cui attingere in caso di bisogno”, hanno scritto i commercialisti invitando gli organi di tutte le casse previdenziali, “e in particolare il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei delegati della Cassa dei dottori commercialisti” a non ratificare la decisione presa dall’Adepp.
Noi giornalisti cosa aspettiamo? Il conflitto d’interessi? Non interessa la politica! Chi dovrebbe gestire l’operazione sulla quale gravano numerose incognite oltre che rilievi di legittimità? Non è noto, ma è certo che il ministero del Tesoro è azionista di MPS, banca che beneficerà degli investimenti. Non solo, ma Il Tesoro, attraverso la Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha di fatto previsto questo paracadute, gestito da Quaestio sgr, società che fa capo al prode Penati.
Il nome Atlante è strettamente legato alle vicende di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, entrambe reduci da una ricapitalizzazione fallita da 2,5 miliardi. Poi però è arrivata la crisi di Mps e quella lettera della Bce, che ne ha mandato a picco il titolo in Borsa, con cui Francoforte ha chiesto il progressivo smaltimento di 10 miliardi di crediti difficili.
Il governo Renzi anziché sostenere i cittadini continua a sostenere il sistema bancario. L’ennesima nefandezza si consuma ai danni dei professionisti, imponendo alle casse previdenziali di investire in un fondo ad hoc. Noi pensiamo che l’intervento delle casse previdenziali nel fondo Atlante II, rappresenti una illecita quanto ingiusta intromissione del Governo nelle tasche dei cittadini e, come tale, dovrebbe essere denunciato in Procura e impugnato di fronte ai tribunali amministrativi.
Il Codacons ha deciso inoltre di promuovere un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro i provvedimenti governativi salva-banche. Sarebbe utile organizzare una class action. E’ venuta l’ora di muoversi e di organizzare iniziative dalla base dei giornalisti italiani per impedire l’appropriazione indebita delle risorse private per finanziare l’ennesimo salvataggio del sistema bancario.