Giorgio Levi racconta un ennesimo problema di trasparenza al Master in Giornalismo di Torino
Tutto questo per dire che l’altro giorno il Comitato Tecnico Scientifico del master di giornalismo “Giorgio Bocca” ha provveduto alla nomina dei due direttori, quello scientifico e quello editoriale. Sullo “scientifico” non c’è embargo, ma sul nome dell’altro direttore sì. E questo perché la nomina deve essere convalidata dal consiglio dell’Ordine di Roma. Solo quando lo diranno loro si potrà svelare il “segreto”. Se lo fai prima c’è il rischio che si offendano e non sai mai Iacopino che reazioni può avere. Dunque, dico subito che qui non scriverò alcun nome, nemmeno quello che non è coperto dal segreto dell’aula. Rispetto l’embargo, sia ben chiaro.
Posso invece dire, senza il rischio di alcuna inconsulta reazione o smentita, che, per quanto mi riguarda, mi sono dimesso, alla fine della riunione stessa, dal Comitato Scientifico. Ci sono ragioni serissime e validissimi motivi, ma questi per ora li tengo per me. Una decisione che mi è costata. Ero entrato al master come tutor alcuni anni fa, accolto da Vera Schiavazzi con affetto. Nel tempo abbiamo battibeccato molto, litigato, contrastati, ma lei alla fine riusciva a ricomporre anche le divisioni più marcate e a mettere al posto giusto i tasselli di una scuola molto difficile da tenere insieme. E questo era il segno che era una giornalista non solo di gran classe, come tutti i lettori di Repubblica sanno, ma anche un direttore come si deve.
Ora lei non c’è più, il tempo è cambiato. E il mio è finito. Il master nessuno è in grado oggi di dire quando, dove e se andrà. E comunque io preferisco scendere.