Avrò avuto dieci anni. Ero a Spoleto con le fantastiche gite organizzate dai Coltivatori Diretti di Villareggia. Un vero spettacolo, altro che social network … social e basta. Sto per prendere un ascensore. Si apre una porta , esce un ormone in una nuvola di fumo di sigaretta . Si chiamava Marco Pannella. Fino a quel giorno Pannella era “quel tipo che discute di tutto e con tutti nei dibattiti politici in televisione”. Da quel giorno Pannella fu un corpo e del fumo di sigaretta.
Crescendo ho avuto modo di incontrare Marco Pannella in diverse occasioni. Indubbiamente è stato un grande, un grandissimo, forse non il più grande per il suo vizietto di strafare.
E’ riuscito ai tempi della sonnacchiosa DC a portare all’evidenza dei cittadini aspetti molto importanti per la nostra bistrattata civiltà italica. Il coraggio, dote sconosciuta ai politici italiani, non gli è mai mancato. E neanche la capacità di stare fra la gente e nel cuore delle cose. Carattere istrionico, a volte anche troppo, era sempre in movimento fra gambe e testa. Anche lui di errori ne ha fatti non pochi, ma quasi tutti in buona fede.
Ci mancherà la sua voglia di essere libero e volerlo essere sempre e comunque.