Se non vivi nell’universo parallelo costruito dai vari organi di formazione perpetua detti anche “mazzi di informazione” magari a tutti questi bellissimi slogan credi anche. Ma sarebbe bene che Torino aprisse gli occhi di fronte al proprio passato, per decidere cosa fare del suo futuro.
Torino è stata la città laboratorio dell’ideologia Grande Opera. Tra i 1998 e il 2006 sono arrivati 15 miliardi di fondi pubblici, il valore del Tav più o meno. Alcuni miliardi erano fondi raccattati qua e là, di manovra in manovra, perfino con delle lotterie; altri miliardi invece sono stati erogati dalle banche ma sempre coperti dallo Stato. Tale cifra rappresenta un record probabilmente imbattuto, nessuna città ha mai avuto così tanto fondi in un tempo così breve nella storia della Repubblica.
Vediamo qualche risultato dell’ideologia Grande Opera con soldi pubblici.
L’aumento del Pil pro capite tra il 1998 e il 2006 a Torino è cresciuto del 17,66%
Milano: + 42,37%
Venezia: + 33,17
Genova: + 30,13%
Bologna: + 12,81%
Firenze: + 35,27%
Roma: + 45,44%
Napoli: + 35,86%
Bari: + 66,13%
Palermo: + 58,33%
Secondo il Global Metro Monitor la nostra città è cresciuta, nel periodo della Trasformazione Grande Opera 1993 – 2007, dell’uno per cento in termini di Pil pro capite con un’occupazione in crescita dello 0,8%. Torino risulta surclassata da Roma e Milano e si pone tra le peggiori in Italia. Quando è giunta la crisi la riduzione è stata pari al 6,4% e del 1,8%, molto peggio di Napoli e Roma e tra le peggiori in Italia.
Nel 2003 i torinesi erano 863.207, alla fine del 2011 la popolazione era salita appena del 1%. In questo periodo le grandi trasformazioni urbane hanno prodotto un aumento delle abitazioni principali quasi del 40%. La città è cresciuta in forma sproporzionata perché doveva essere Grande. Questa inflazione di cemento e tondino è tra le principali cause del crollo del valore immobiliare.
Nel 2011 gli sfratti per morosità erano 2343, un numero nettamente superiore e Napoli e Milano, uno sfratto ogni 360 abitanti. Nel 2014 a Torino abbiamo superato quota 4400.
Il debito della città di Torino al termine del 2011 era pari a 3.200. 108.563 euro, pari 3519,7 euro pro capite.
Record a assoluto in Italia: Milano 3036, Genova 2172, Napoli 1649, Venezia 1375, Firenze 1353, Bologna 749, Bari 470, Roma 422.
Ma spesso ci dicono che il debito è buono perché sono state fatte le infrastrutture. Lasciano perdere le Olimpiadi, le cui voragini economiche-ambientali e materiali sono sotto gli occhi di tutti, analizziamo cosa è accaduto in città.
La grande Opera per eccellenza è il passante Ferroviario. Il primo colpo di vanga risale al 1982, mentre Paolo Rossi faceva la tripletta al Brasile a Torino si dava vita alla madre di tutte le riqualificazioni.
La consegna dei lavori era prevista per il 2005, la parte sotterranea è stata ultimata nel 2012. Costato 1,4 miliardi di euro (un miliardo e quattrocento milioni) attualmente i lavori in superficie sono semi fermi da tempo immemore, dato che mancano ancora 30 milioni di euro per la copertura. Questo lieve ritardo ha peggiorato notevolmente la qualità dell’aria a causa del traffico impazzito ed ha portato a fenomeni di diffuso degrado urbano.
La sola decisione di unire alla Grande Opera passante Ferroviaio, la Grande opera correlata “Sottoattraversamento del fiume Dora voluta dalla Giunta Comunale ha comportato un aumento dei costi pari a 500 (cinquecento) milioni di euro e la conseguente interruzione del collegamento diretto tra il passante e la linea ferroviaria dell’aeroporto.