Dei cronisti e dei marchettari ovvero anche dei giornalisti e delle prostitute

Via Stefano Tesi

Nella testa di molti giornalisti di quotidiano, soprattutto della vecchia guardia, circolano strane idee. Ad esempio che l’unico tipo di giornalismo degno di questo nome sia il loro: generalista, basato sulla cronaca e fatto da redattori. Il corollario è che tutto il resto non è giornalismo serio, che ciò che esula dalla cronaca è fuffa e che chi scrive lo fa di norma per compiacere se stesso o qualcuno, in alto nel giornale o all’esterno di esso. Corollario del corollario è che i collaboratori sono i primi complici di questo sistema. Cioè, in parole povere, marchettari: per vocazione, per scelta o per necessità (quest’ultima toppa giustificativa è risultata anche peggiore del buco). Quando poi, dopo e in privato, ti spieghi, la cosa prende per fortuna sfumature e toni diversi. Ma, lì per lì, sentirsi dire brutalmente che tutti gli articoli che parlano di vini, ristoranti, moda, arredamento, viaggi, tempo libero, auto, viaggi, libri, tv, spettacoli o elettrodomestici non sono notizie ma marchette (e quindi chi li scrive è tendenzialmente un marchettaro più o meno consapevole) fa abbastanza inquietare.

Primo, perchè non è vero. Secondo, perchè allora può essere marchettaro anche il cronista che riporta una versione dei fatti invece di un’altra o il notista che cita le parole di un politico anzichè di un altro. Terzo perchè la critica giornalistica da un lato e l’esistenza ultracinquantennale della stampa specializzata dimostrano il contrario. Cioè che la differenza la fanno il recensore e chi lo paga (me mi paga l’editore) e che la credibilità dello spazio dedicato a un argomento dipende innanzitutto dall’autorevolezza del recensore e dalla specializzazione della testata: è insomma cosa ben diversa se alla nuova Mercedes si dedicano quattro pagine sul quotidiano locale o su Quattroruote. Le affermazioni suddette sono suonate ancora più surreali se si pensa che, da almeno tre decenni, tutti i quotidiani hanno pagine specializzate sui temi più disparati. Pagine che, secondo la logica detta sopra, sarebbero anch’esse e a prescindere dei contenitori di marchette gestite da caposervizio marchettari alla guida di giornalisti marchettari

 

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