La notizia pubblicata dal Giorno
Chi è quel biondo che in un primo pomeriggio di piena luce dell’aprile milanesesvicola e si acquatta tra le auto in sosta, tentando di nascondersi, seminudo, solo giacchetta e plaid avvolto in vita? Lapo Elkann? Possibile? Lapo, erede di dinastia industriale che, di nuovo, lo scorso aprile si infila da vittima predestinata in un’altra storia di ricatti subiti, per coprire – simbolo quella copertina foglia di fico – scelte di vita avventurosa, non in linea col bon ton di stirpe.
Lapo, classe 1977, ancora vittima sia di ricatti subiti che di ricatti interrotti. Il suo svicolare in déshabillé tra le auto, per motivi che nessuno sa, è l’avvio di una storia appena sbarcata davanti al giudice delle indagini preliminari, Stefania Pepe, chiamata a convalidare un arresto in flagranza di reato, martedì al Four Season di Milano, e ordinato dal pm Giancarla Serafini. L’arresto di un giovane cameriere di una cooperativa, 31 anni, E.B., incensurato, assistito dall’avvocato Antonio Nebuloni, che quell’incontro casuale e allucinato tra le auto in sosta, ha trasformato in un estorsore. Beccato con tanto di busta in mano – che avrebbe dovuto contenere il denaro pattuito a 90mila euro – appena ricevuta da un uomo di fiducia di Lapo, Nelson Shawn, e nella cornice pregiata dell’hotel extralusso. Il cameriere è arrestato, il fratello (F.B.) è indagato; e dalle retrovie di una stangata di famiglia ai danni di Elkann fa capolino la figura del solito fotografo, ex Vallettopoli, ex scuderia Corona, il Fabrizio Bicio Pensa che non ha mai perso il vizio (dai tempi di Trezeguet) di monitorare i vizietti dei vip.
È un pomeriggio di aprile. I fratelli passano, vedono l’uomo che fa capolino seminudo. Così dicono. Lo riconoscono. Si fermano, gli chiedono se ha bisogno di aiuto. E inizia la storia. In auto fino alquartiere Niguarda, dove i due abitano con i genitori. L’appartamento è vuoto, si sale con l’ospite improvvisato che – dirà l’arrestato – «tira fuori un grosso sasso, cocaina». Il pomeriggio passerebbe così, in uno sballo in bilico fra «droga ed autoerotismo», ma con quel buon margine di lucidità che consente a uno dei fratelli, F., di filmare, non visto. A interrompere il pomeriggio di Niguarda è la madre dei ragazzi che rientra in casa: così Lapo è rivestito con una tuta, un cappellaccio perché mamma non lo riconosca, e trasferito in un appartamento a Cinisello, sempre più hinterland. Poco prima di mezzanotte la festa finisce. Saluti, scambio di numeri di telefono, a Lapo vien pagato un taxi per il ritorno a casa, pieno centro, terrazzata piazzetta Borromeo.
Fine dell’avventura? Macché. Qualche giorno dopo il cameriere richiama l’industriale, si aspetta un segno di riconoscenza. E a stretto giro questa arriva con uno sfolgorante pallone della Juve, col valore aggiunto degli autografi a tutto tondo dei calciatori. Bel pensiero, ma più che soddisfare, irrita i fratelli. Che, con quel video di cui Elkann non sa, contattano ‘Novella 2000’: la direzione si dice non interessata, e anzi consiglia di distruggere. Ma, tempo 48 ore, il cameriere riceve una telefonata dallo stesso Lapo, e inizia la contrattazione. Il ricattatore vuole 50 mila, si transa a 30 mila. Lo scambio in un alberghetto di piazza Lima, zona Loreto. A portare il denaro è il maggiordomo, Nelson, che, alla consegna sottopone una scrittura privata con cui fissa, se mai venisse diffuso il video, una penale di 300 mila euro. Parrebbe finita qui, non lo è. Qualche mese dopo, tra discoteche e giri di vita il cameriere incontra il Bicio Pensa delle foto border line, cui racconta la storia. E da cui riceverebbe la prognosi – da tecnico di genere – di aver tirato su un decimo di quanto avrebbe potuto. Così si comincia a sognare 350 mila euro in cambio di discrezione.
Questa volta il contatto avuto con Bicio e con un’agenzia è in direzione di ‘Chi’ e del suo direttore Alfonso Signorini, che prende tempo, e fissa un appuntamento. Ma molto prima arriva la telefonata di Nelson: protesta, contratta e fa scendere la posta da 350 a 90 mila. Appuntamento, martedì 2 dicembre, al Four Season. Ci sono il cameriere, Nelson che fa da esca, e dietro, chiamata da Elkann, la polizia.
La notizia pubblicata dall’Ansa
Ci sarebbe un video “compromettente” al centro della vicenda che ha portato in carcere un cameriere accusato di estorsione e tentata estorsione per aver chiesto un totale di 120mila euro, di cui 30mila versati, a Lapo Elkann in cambio della non diffusione di quelle immagini. Immagini che, a detta del giovane di 31 anni arrestato, mostrerebbero un pomeriggio trascorso con lui e suo fratello dal rampollo della famiglia Agnelli tra “droga e autoerotismo”. Circostanze che, tuttavia, secondo l’avvocato Giovannandrea Anfora, sono “manifestamente false e non vere” e “attribuite dall’arrestato” nell’evidente “tentativo di oscurare le sue accertate responsabilità”.
La notizia pubblicata dalla Stampa testata di proprietà dell’azienda del fratello di Lapo
Deve restare in carcere con le accuse di estorsione e tentata estorsione il cameriere di 31 anni, E. B., arrestato martedì scorso mentre cercava di incassare 90mila euro da Lapo Elkann, dopo averne ottenuti già 30mila, in cambio della non diffusione di un presunto video a sfondo sessuale. Lo ha deciso il gip di Milano Stefania Pepe, che accogliendo la richiesta del pm Giancarla Serafini ha convalidato l’arresto in flagranza e disposto la custodia cautelare in carcere.
Ieri l’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Nebuloni, è stato interrogato dal giudice nel carcere milanese di San Vittore. Da quanto si è saputo, il cameriere ha spiegato che lui e suo fratello avrebbero incontrato Lapo Elkann fuori da un locale di Milano e lo avrebbero poi accompagnato a casa loro. I fatti risalirebbero allo scorso aprile