Una premessa doverosa: qualsiasi contratto fatto oggi per i giornalisti italiani ha del ridicolo dato che il problema che non si vuole affrontare è che il sistema sta crollando e qualcuno cerca ancora di ballare sul ponte del Titanic con cotillon, pasticcini in bocca ed escort al fianco. La speranza è che in tempi brevissimi tutti coloro che hanno tolto dignità sociale, economica e professionale al mestiere dell’informazione in Italia siano spazzati via dal tornado della giustizia amministrativa e penale e dal turbinio della crisi economica. Nel frattempo il sindacato sta tentado di gestire in maniera amical – clientelare il nuovo contratto nazionale di categoria. In molti si stanno opponendo a questo stato delle cose ed hanno promosso una petizione che invito tutti a firmare per fermare l’ennesima follia:
Siamo sconcertati del decorso delle trattative per il rinnovo del contratto dei giornalisti. Quando la riservatezza diventa eccessiva, è lecito temere che gli accordi che si stanno per concludere siano fortemente penalizzanti per qualcuno e per qualcosa. In questo caso per i giornalisti e per il giornalismo.
Lo scorso 17 aprile la Commissione contratto FNSI ha approvato una mozione in cui si chiede alla dirigenza sindacale di proseguire il negoziato in corso con la Federazione degli Editori, ma previo approfondimento condiviso dei contenuti dell’ipotetico accordo.
Ora siamo in attesa di un documento che indichi le compatibilità di sistema, le soluzioni normative, gli impatti sociali, i punti di vicinanza e quelli di residua tensione con la controparte.
Ad oggi non è ancora disponibile una piattaforma, ma le ipotesi ventilate su ex fissa, occupazione e lavoro “autonomo” sono a dir poco stupefacenti.
Sembra che l’obbiettivo degli editori sia quello di cancellare tutto il welfare. Un obbiettivo che noi riteniamo inaccettabile.
Occorre quindi immediatamente – e prima di concludere qualunque trattativa – anticipare il congresso della FNSI. Nelle condizioni attuali non si può concludere alcuna trattativa, pena la demolizione del giornalismo e la perdita della professionalità e dell’indipendenza dei giornalisti. Ricordiamo che solo un giornalismo autorevole, prestigioso e qualificato è in grado di affrontare le sfide future.
E ribadiamo che senza un confronto democratico, trasparente e di merito non ci potrà essere nessun contratto decente di categoria.
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o: ormai neppure dall’alto della sua autocratica attività il sindacato riesce più a tenere sotto controllo una categoria che rappresentava poco (nel caso degli autonomi, quasi per nulla) e che appare stufa, più che del gruppo al potere, proprio del sistema che ha nella Federazione uno dei gangli nodali. E all’eccezione che quanto sta accadendo potrebbe segnare la fine del sindacato giornalistico, la risposta della base è, più o meno eufemisticamente, la seguente: chi se ne frega, tanto non abbiamo più nulla da perdere. Intendiamoci: la situazione non è grave, ora è solo comica. Era prima che era grave, ma lo scollamento tra categoria e Fnsi è stato irriso con la protervia degli sciocchi e una miopia da delirio di onnipotenza. Che accadrà adesso, non lo so. Nessuno lo sa, credo. Può anche darsi che nelle segrete stanze i cocci si riappiccichino (i sindacalisti sono capaci dei peggiori masochismi) e che a sorpresa il contratto venga firmato, ma nulla potrà cambiare la sostanza: scoppiato il maremoto, prima o poi l’onda anomala dello tsunami arriva sulle spiagge.