Mentre l’Italia rimpatria mogli di dissidenti del Kazakistan per fare regalini al boss locale, Amnesty International accusa il presidente del Kazakhistan, Nursultan Nazarbaev, di ingannare la comunità internazionale con promesse non mantenute di sradicare la tortura e indagare sull’uso della forza letale da parte della polizia. Il rapporto, intitolato ‘Vecchie abitudini: l’uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhistan’, denuncia come le forze di sicurezza agiscano con impunita’ e come la tortura nei centri di detenzione sia la norma.
Il documento di Amnesty International prende le mosse dalla repressione delle proteste di Zhanaozen, nel dicembre 2011, quando almeno 15 persone furono uccise e oltre 100 gravemente ferite dalle forze di sicurezza. Decine di persone vennero arrestate, imprigionate in celle sotterranee e sovraffollate delle stazioni di polizia e torturate.