In questo paese la gli enti pubbilci omettono volontariamente la trasparenza. Noi non ci stiamo.
Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro per la funzione Pubblica
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un comunicato dello scorso 22 gennaio ha informato cittadini e media della circostanza che nel corso del Consiglio dei Ministri svoltosi in pari data, sarebbe stato adottato – in attuazione della delega conferita dal Parlamento al Governo con la legge n. 190 del 2012 – un Decreto legislativo attraverso il quale si sarebbe introdotto nel nostro Ordinamento il principio della totale accessibilità delle informazioni in possesso della pubblica amministrazione secondo l’esempio del “Freedom of Information Act statunitense, che garantisce l’accessibilità di chiunque lo richieda a qualsiasi documento o dato in possesso delle PA, salvo i casi in cui la legge lo esclude espressamente (es. per motivi di sicurezza)”.
“Il provvedimento” inoltre – sempre stando a quanto si è riferito nel comunicato stampa – avrebbe “lo scopo di consentire ai cittadini un controllo democratico sull’attività delle amministrazioni e sul rispetto, tra gli altri, dei principi costituzionali di eguaglianza, imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza dell’azione pubblica”.
Il Decreto approvato dal Consiglio dei ministri stabilirenne, dunque, la “Accessibilità totale delle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle PA, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche” e la “pubblicazione dei dati e delle informazioni sui siti istituzionali … per consentire un’effettiva conoscenza dell’azione delle PA e per sollecitare e agevolare la partecipazione dei cittadini”.
Lo stesso Decreto, infine, introdurrebbe, nell’ordinamento italiano, un nuovo diritto definito “diritto di accesso civico”, in forza del quale “tutti i cittadini” avrebbero il “diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, non hanno ancora divulgato.”.
Si tratta di una serie di misure che i firmatari della presente lettera e milioni di cittadini italiani chiedono, da anni, che vengano introdotte nel nostro ordinamento nella convinzione che rappresentino un irrinunciabile strumento di partecipazione democratica del cittadino alla vita del Paese.