Così è giunta anche in Germania. E chissà perchè ora sembra fare più paura, almeno a giudicare dall’eco mediatica che sta suscitando in tutta Europa, in particolare tra gli addetti al settore. Anche alle nostre latitudini, in Svizzera come in Italia. Forse perchè abituati a vedere il paese della Signora Merkel come la potenza econonomica dell’Unione europea sorprende apprendere che la crisi della carta stampata non fa sconti e non guarda in faccia nessuno, neanche i grandi gruppi editoriali tedeschi. La cancelliera in primis che lo scorso fine settimana ha spezzato una lancia in favore dei giornali promettendo di incentivare e sostenere progetti futuri legati al cartaceoinnescando un vero e proprio dibattito politico sul futuro dei media negli ambienti politici tedeschi. E improvvisamente tutti sembrano essersi resi conto della drammaticità e dell’urgenza della situazione: secondo il presidente della Repubblica Federale Joachim Gauck i media sarebbero dinanzi a importanti cambiamenti, secondo il capo del partito tedesco FDP, Philipp Rössler, gli editori dovrebbero affrettarsi a comprendere e soddisfare le nuove esigenze dei lettori.
Qualcuno forse, dovrebbe fare presente ai signori politici come Gauck che i cambiamenti dei quali parlano sono già in atto da tempo e hanno già provveduto a mietere vittime illustri altrove. Ora semplicemente è il turno della Germania e se davvero si voleva intervenire bisognava agire prima, molto prima. Ma forse sarebbe stato comunque inutile.