Beppe Grillo festeggia per il fallimento di molti giornali. E ha ragione perchè occorre che si salvino solo quelli che hanno fatto bene il mestiere di informare: pochi quindi
Finalmente una buona notizia. Ogni tanto bisogna guardare il grande cielo azzurro e tirare il fiato. 70 giornali rischiano di chiudere. Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali. Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa è preoccupato per il pluralismo dell’informazione, ma soprattutto per i soldi “Siamo a fine anno e non solo i finanziamenti pubblici all’editoria sono scesi da 114 milioni del 2011 a 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l’ammontare. Le imprese che stanno continuando a lavorare (?) stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l’unica strada sarà la chiusura”. Hip, hip, hurrà! Bye, bye giornali, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare 61esimi al mondo per la libertà di informazione
La notizia sull’Ansa
Novanta giornali sull’orlo del fallimento. Finanziamenti ancora incerti e un disegno di legge delega sull’editoria gravemente lacunoso. “A morire nei diritti della legge noi non ci stiamo”. A lanciare l’allarme è Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, intervenendo oggi all’incontro alla Camera dei Deputati ‘Il pluralismo verso l’estinzione’.
“Siamo a fine anno – spiega – e non solo i finanziamenti pubblici all’editoria sono scesi dai 114 milioni di euro del 2011 ai 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l’ammontare. Le imprese che stanno continuando a lavorare stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l’unica strada sarà la chiusura”. Un’incertezza che, aggiunge, si prolunga anche sul disegno legge delega per il settore. “La bozza presentata – spiega Siddi – dice che non dovranno essere modificati i tetti dei finanziamenti. Ma quali tetti, quelli del 2011 o quelli del 2012? Se l’ipotesi è la seconda non ci stiamo”.