Pochi minuti dopo le 10, Anders Breivik inizia a parlare. “Sono qui, oggi, come rappresentante del Movimento di Resistenza Nazionale Norvegese e dei Cavalieri Templari”, dice l’assassino dell’estrema destra norvegese. Dicono che sono pazzo, folle, che sono psicotico e che ho varie paranoie; che uccido bambini, che sono razzista e che sono fisicamente e psichicamente ritardato. Questa descrizione non mi sorprende”, dice l’assassino. “Ora”, continua, “parlerò di cosa è successo dopo la seconda guerra mondiale. Quel che oggi viene chiamata democrazia, è in realtà una dittatura culturale marxista. Il conservatorismo culturale e il nazionalismo sono stati proibiti, e i marxisti si sono infiltrati nelle scuole. I nazionalisti si sono arresi dopo la Seconda Guerra”, continua Breivik, che parla ormai da più di mezz’ora, mentre il giudice Wenche Elizabeth Arntzen gli chiede di “limitarsi a quanto di rilevante per il caso” ci sia nelle sue pagine.